I captcha dovrebbero differenziarti dai robot con un test visivo che richiede pochi secondi. Solo che l’intelligenza artificiale riesce a bypassare questa protezione, come Google Vision o Clip (OpenAI), che superano gli esseri umani in termini di rilevamento degli oggetti. E l’avvento di questi modelli ha delle ricadute reali.
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L’intelligenza artificiale sta già causando problemi per le prenotazioni
Ad esempio, i sistemi di prenotazione sono regolarmente sopraffatti da questi bot che aggirano facilmente i Captcha. E ci sono esempi concreti tra gli esami di guida nel Regno Unito con diversi mesi di attesa, i biglietti per le partite di calcio, le vendite online… L’intelligenza artificiale monopolizza slot o prodotti per rivenderli a un prezzo più alto. Gli utenti reali vengono quindi privati.
Tuttavia, quando i Captcha furono creati all'inizio degli anni 2000 dalla Carnegie Mellon University, si trattava di una soluzione innovativa. Di fronte ai bot che creano account falsi o diffondono truffe, questi testi basati sulla distorsione del testo hanno permesso di proteggere i siti.
Successivamente, il sistema si è evoluto con ReCaptcha nel 2007 aggiungendo la digitalizzazione dei vecchi libri. Poi nel 2014 è arrivata la versione v2 di Google con riconoscimento delle immagini.
Ma quali soluzioni si possono trovare per autenticare gli esseri umani e distinguerli dai robot? Gli sviluppatori stanno esplorando nuove strade. Ad esempio, ReCaptcha v3 di Google analizza il comportamento: movimenti del mouse, ritmo di digitazione, ecc. Sottigliezze che i robot non sono in grado di riprodurre. Per ora?
Stanno emergendo altre soluzioni come la biometria (impronte digitali, riconoscimento vocale o facciale), ma permangono dubbi in termini di riservatezza e accessibilità.
La democratizzazione dell’IA rende la situazione ancora più complessa. Aziende come OpenAI e Claude stanno preparando agenti autonomi in grado di prendere il controllo del nostro PC. Quindi in futuro, quando questi robot agiranno per nostro conto su un sito, come distingueranno le piattaforme “buoni” bot des “maligno” ? Magari tramite certificati di autenticazione digitale, strada allo studio.
La verifica online deve quindi essere completamente riprogettata con un nuovo standard tra facilità d’uso per gli esseri umani ed efficacia contro i bot. La sfida si preannuncia enorme di fronte ad un’intelligenza artificiale sempre più avanzata.