Mi piace Ubuntu. Non sto parlando del concetto filosofico, quello che ci ricorda che gli esseri umani sono collegati attraverso la compassione e la condivisione, e che è stato ripreso in particolare da Nelson Mandela, ma piuttosto del sistema operativo del computer che ha celebrato il suo 20° anniversario in occasione dell’autunno .
Per quasi lo stesso tempo ho snobbato Windows o Mac OS. Con ogni nuovo computer che entra nella mia vita, ripeto gli stessi passaggi: lo attivo, pensando che potrei semplicemente provare il sistema operativo preinstallato. Ma ogni volta mi sento limitato, osservato. Microsoft e Apple agiscono in modo responsabile con i miei dati? Praticano l’obsolescenza programmata? Dall’inizio del 2024 Windows presenta annunci pubblicitari nei suoi menu. Molto poco per me.
Quindi faccio l’impensabile: cancello il sistema operativo fornito con il computer e lo sostituisco con Ubuntu. Come se fossimo una vecchia coppia, sono consapevole delle sue debolezze, ma le sue qualità superano di gran lunga i sacrifici che devo fare per mantenerlo nella mia vita.
Ubuntu è un sistema operativo open Source e probabilmente la versione più user-friendly di Linux. Un sistema operativo, prima di tutto, è un software il cui compito principale è trasmettere e tradurre le nostre istruzioni al computer. Attiva le diverse parti della macchina: invia informazioni al disco rigido, recluta la RAM, segue il movimento del mouse per spostare il cursore. Il fatto che sia open Source indica che chiunque ha “il diritto di scaricare, […] distribuire […] e migliorare il software per qualsiasi utilizzo senza pagare costi di licenza”, si legge nella missione di Canonical, la società britannica dietro lo strumento.
Linux viene spesso criticato perché alcuni software di uso comune non sono adatti a funzionare sui computer che lo utilizzano. E’ vero. Ma per me non è così: le mie attività informatiche consistono principalmente nell’invio di email, nel fare ricerche online e nella scrittura di testi. Ho davvero bisogno del software più recente per scrivere questa colonna?
Inoltre scoraggia alcune persone perché non funziona perfettamente come i suoi concorrenti. È vero che a volte devo sfogliare i forum per capire un problema. Ma questo è ciò che mi piace di più di Ubuntu: mi dà l’opportunità di risolverlo da solo. Ogni volta torno a casa con una migliore comprensione di ciò che accade dietro lo schermo e con l’orgoglio di aver potuto occuparmene io stesso.
Probabilmente hai, come me, un vecchio computer in giro in un armadio. Ecco un’idea: installaci Linux. Ti permetterà di prolungare la vita del dispositivo di qualche anno. Potresti ritrovarti con una macchina in cucina per leggere le tue ricette, o il primo computer per un bambino nella tua vita – e un pezzo di rifiuto elettronico in meno.