Le (false) informazioni si sono diffuse a macchia d’olio sui social network: Microsoft sfrutterebbe i documenti Office degli utenti per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale. Non è affatto così, sostiene l’editore.
La voce aveva il profumo della credibilità. Su X (ex Twitter), nixCraft, un account molto seguito specializzato in sistemi Unix, lo ha affermatoUfficio avevo ” discretamente » ha abilitato una funzione che analizza i documenti Word ed Excel per addestrare gratuitamente i modelli AI Microsoft. Un’opzione” abilitato per impostazione predefinita » per deselezionare un angolo oscuro delle impostazioni della suite per ufficio.
La paura del saccheggio
L’affermazione è sufficiente per allarmare gli utenti dei software Microsoft, in particolare quelli che vivono della loro penna: l’editore quindi saccheggerebbe indebitamente i loro scritti a maggior vantaggio della sua intelligenza artificiale, il tutto senza sborsare un centesimo. Ma si scopre che nixCraft ha scambiato le vesciche per lanterne. Microsoft lo ha rapidamente negato. spiegando che il suo software non utilizzava i dati degli utenti per addestrare modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM).
L’impostazione qui discussa riguarda solo l’accesso alle funzioni che richiedono l’accesso a Internet, come la modifica congiunta di un documento o la ricerca di immagini online. L’opzione è effettivamente attivata per impostazione predefinita, ma non fa riferimento all’intelligenza artificiale e, per una buona ragione, non viene discussa qui.
In ogni caso, questa vicenda dimostra la crescente diffidenza degli utenti nei confronti dei software di creazione. Sfortunatamente, ci sono molti precedenti in cui le aziende di intelligenza artificiale attingono spudoratamente a contenuti prodotti da altri, senza autorizzazione, a proprio vantaggio. Adobe si è bagnata i piedi qualche settimana fa sullo stesso argomento.
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Il caso di Microsoft è ancora più contorto: l’azienda non si limita a pubblicare software per ufficio, ma si occupa anche di intelligenza artificiale generativa con i suoi colossali investimenti in OpenAI, la cui formazione dei LLM necessita di massimi dati. È facile quindi pensare che Microsoft possa essere tentata di raccogliere documenti dagli utenti di Office… L’onere della prova spetta a queste aziende, e non si può dire che finora siano state molto trasparenti.
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Fonte :
Il limite