Gli astronauti partiti con Starliner, la navicella spaziale Boeing, non torneranno sulla Terra prima di tre mesi

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Altri tre mesi nello spazio, firmi? Butch Wilmore e Suni Williams, i due astronauti americani partiti con la Starliner, non hanno scelta. La navicella spaziale Boeing, la cui missione sarebbe dovuta durare solo otto giorni, ha riportato numerosi danni e per il momento deve rimanere agganciata alla stazione spaziale internazionale.

La capsula subì in particolare una perdita di elio e diversi guasti ai suoi propulsori, che i due astronauti avevano già dovuto riparare. Steve Stich, capo del programma dell’equipaggio commerciale della NASA, ha affermato che la missione di ritorno potrebbe durare dai 45 ai 90 giorni, riferisce la CNN. Se non è stata confermata alcuna data precisa, la NASA vuole essere rassicurante e assicura che i due astronauti non restano “bloccati” nella ISS.

Anche loro si sono uniti all’equipaggio della stazione in attesa dei risultati dei test effettuati nel New Mexico che mirano a determinare il motivo dei guasti ai propulsori.

La Boeing, già impantanata in una serie di fallimenti più o meno gravi nel settore dell’aviazione commerciale, punta molto su Starliner. Questo primo volo doveva dimostrare l’affidabilità del razzo americano per effettuare missioni di taxi spaziale tra la ISS e la Terra. Il produttore di aerei spera di competere alla fine con SpaceX, che manda persone nello spazio dal 2020.

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