La stampa americana comincia a preoccuparsi per la sorte dei due astronauti della missione Boeing Starliner. Butch Wilmore e Suni Williams, due astronauti americani inviati sulla ISS all’inizio di giugno, si trovano ancora a 400 km dalla Terra. La colpa risiede nelle perdite di elio rilevate durante il volo di andata sulla navicella Starliner e nei problemi con i propulsori della capsula.
Va detto che il viaggio spaziale inaugurale del programma sviluppato da Boeing per molti anni ha avuto un brutto inizio. I primi due tentativi di volo furono cancellati in meno di un mese. Sebbene il terzo test alla fine abbia avuto successo, durante il volo sono state individuate perdite di elio. La NASA ha comunque dato il suo accordo affinché la capsula possa attraccare alla ISS. Da allora, anche se Boeing vuole essere rassicurante, diversi funzionari hanno menzionato test effettuati per capire cosa sta succedendo.
“Possiamo riportare indietro la Starliner in qualsiasi momento”, ha insistito Mark Nappi, senior manager della Boeing. Ma non comprendiamo ancora le anomalie abbastanza bene da poterle correggere in modo permanente. Quindi l’unico modo per farlo è prendersi il tempo necessario per raccogliere più dati”. In attesa di una data ufficiale di ritorno per i due astronauti, dovranno essere effettuati test a terra su propulsori simili per ricreare l’ambiente spaziale e comprendere meglio la causa del problema. Dovrebbero durare circa due settimane.
Questa prima missione con equipaggio, effettuata da Boeing già con anni di ritardo rispetto al programma iniziale, è un passo obbligato nella speranza di ottenere la certificazione della NASA e avviare altre operazioni regolari nello spazio. Nel frattempo, ormai da quattro anni, le navi SpaceX consentono agli astronauti della NASA di raggiungere la ISS.
