Presto alcuni AirPod potrebbero essere rimborsati dalla previdenza sociale. ©Immagine Belga
Questa volta si tratta della rivoluzione medica annunciata da Apple lo scorso settembre. Se possiedi AirPods Pro 2 sei direttamente preoccupato: le tue cuffie potrebbero presto trasformarsi in apparecchi acustici. A una condizione: che questo prodotto sia clinicamente testato e autorizzato sul mercato europeo (come già avviene negli Stati Uniti).
Un diagnostico espresso
Dopo soli dieci minuti sarai in grado di dire se soffri o meno di perdita dell’udito. Niente di più semplice, basta portare le cuffie in un luogo tranquillo e toccare lo schermo del tuo iPhone ad ogni suono rilevato. Quindi, tre possibili scenari.
Innanzitutto, il caso migliore: il tuo udito è intatto. E per mantenerlo così, il marchio della mela ha pensato a tutto. Le cuffie riducono l’esposizione ai forti rumori circostanti e possono persino isolare la voce dell’altra persona.
Secondo scenario: soffri di perdita dell’udito da lieve a moderata. Questa volta, gli Airpods Pro 2 possono fungere anche da apparecchi acustici, regolabili tramite il tuo iPhone. Nel caso invece di un terzo scenario (grave perdita dell’udito), Apple non può fare altro per voi. Si consiglia solo il trattamento da parte di un medico ORL o di un centro uditivo.
Apparecchi acustici, obsoleti?
Questo gioiello tecnologico è multifunzionale (chiamate, musica, diagnostica…) e, per la prima volta, il suo prezzo è imbattibile. Contate su 279€ per questi AirPods rispetto agli 800€ e 3000€ in media per un apparecchio acustico. Quindi questo annuncio del marchio Apple segna la fine degli apparecchi acustici? Non con le misere sei ore di durata della batteria offerte dal prodotto… per ora.
Presto rimborsato dalla previdenza sociale?
Se l’Unione Europea seguirà le orme degli Stati Uniti, la risposta sarà sì. E per Apple la posta in gioco è enorme. Negli ultimi anni, l’azienda ha visto le vendite dei suoi AirPods e Apple Watch diminuire del 3%. In questo contesto, il mercato degli apparecchi acustici rappresenta una grande opportunità, soprattutto perché nel 2050, una persona su quattro soffrirà di perdita dell’udito.
Sì, ma…
C’è sempre un ma, o addirittura diversi. Il primo è il rischio legato all’utilizzo di dati sensibili. Milioni di diagnosi rappresentano una vera miniera d’oro soprattutto per le compagnie assicurative o per gli hacker che tentano di venderle.
A priori, come cittadini dell’Unione Europea, siamo in buone mani grazie al sacrosanto GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati). Questo regolamento vieta l’uso delle nostre informazioni mediche, con alcune eccezioni. Ovviamente, la prospettiva di essere sanzionati con una multa salata (fino al 4% del fatturato globale annuo) non è sempre sufficiente a scoraggiare le aziende. Solo pochi mesi fa, LinkedIn è stata colta per non conformità al GDPR e è stata multata per la cifra record di 310 milioni di euro. Il rischio zero non esiste.
Attenzione al nocebo
Non placebo, no: nocebo. Te lo spiegheremo. Molti orologi connessi offrono la possibilità di monitorare la frequenza cardiaca, la qualità del sonno, ecc. Un’abitudine che può trasformarsi rapidamente in un’ossessione. Queste piccole costanti possono diventare rapidamente come un gioco: restare “nel verde” per la frequenza cardiaca, ottimizzare il sonno o bruciare quante più calorie possibile. Ma questo può avere delle conseguenze: disturbi d’ansia, disturbi alimentari, ecc.
E ora veniamo al famoso nocébo, il malvagio cugino del placebo. Immaginiamo che il tuo orologio indichi che hai avuto una brutta notte… ma è sbagliato. Potresti convincerti che è vero e finire per sbadigliare tutto il giorno. Se fosse solo quello, niente di grave. Ma i pericoli possono andare ben oltre.
Malattie immaginarie con malattie reali
Noti che la tua frequenza cardiaca è un po’ più alta del solito. Un po’ di stress, forse? E lì, senza nemmeno rendertene conto, ti stressi ancora di più… al punto da alzare davvero il battito cardiaco.
Questo fenomeno non è nuovo. Durante gli esperimenti medici, alcuni pazienti ricevono un farmaco di prova, mentre altri ingoiano solo un placebo, queste compresse senza alcun principio attivo. Il problema? Succede che i pazienti avvertano gli effetti collaterali descritti… anche se hanno ingerito solo una compressa neutra. La mente, a volte, corre più veloce della realtà.
Morale: gli oggetti connessi sono pratici, ma attenzione all’effetto psicologico! Se sei davvero preoccupato per la tua salute, un appuntamento con il tuo medico rimane insostituibile.