Scienza demistificante | Abiti sempre più intelligenti

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Ogni settimana, il nostro giornalista risponde alle domande scientifiche dei lettori.


Pubblicato alle 9:00

A che punto siamo con l’abbigliamento molto intelligente che ti tiene caldo o freddo?

Jean Pellerin

Stiamo iniziando a vedere il frutto di molte ricerche nei negozi.

“Disponiamo già sul mercato di tessuti che aprono spazi di ventilazione quando la temperatura della pelle aumenta”, spiega Patricia Dolez, ricercatrice dell’Università di Alberta. Quando non sudi, la porosità è normale, ma quando hai caldo per l’attività fisica, si formano delle aperture nell’indumento per [créer] maggiore ventilazione. »

MMe Dolez, che ha lavorato presso l’École de Technologie Supérieure (ETS), fornisce come esempio la tecnologia Sphere React di Nike.

In alcuni paesi, tra cui il Giappone, esistono anche indumenti dotati di tasche che ospitano piccoli ventagli, per aumentare la ventilazione e l’evacuazione del calore corporeo, nota MMe Dolez.

L’abbigliamento che ti tiene caldo è ancora più comune.

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FOTO DALL’ACCOUNT LINKEDIN DI PATRICIA DOLEZ

Patricia Dolez, ricercatrice presso l’Università di Alberta

Per riscaldarsi è facile, basta un filo elettrico. Raffreddare la carrozzeria è più complicato, perché con una soluzione elettrica bisogna evacuare il calore, cosa non semplice.

Patricia Dolez, ricercatrice presso l’Università di Alberta

Questo è il motivo per cui si stanno facendo molte ricerche per migliorare l’evaporazione, in particolare con i tessuti con memoria di forma. Un’altra soluzione per mantenere freschi gli indumenti è l’utilizzo di piccole capsule di materiali che passano dalla forma solida a quella liquida ad una certa temperatura.

“Questo materiale assorbe energia, quindi si raffredda”, osserva MMe Dolez.

Ma per ora questo approccio funziona solo per un periodo limitato, mezz’ora al massimo. Ciò significa che viene utilizzato solo per determinati indumenti professionali, per lavoratori che sono esposti al calore o che devono esercitare un grande sforzo fisico per un periodo limitato.

Autoregolamentazione

Un’altra strada è l’“autoregolamentazione” tramite sensori. “Vogliamo rilevare lo stress termico”, spiega Alireza Saidi, ricercatore presso l’Istituto di ricerca sulla salute e sicurezza sul lavoro (IRSST).

Saidi ha pubblicato diversi studi sui sensori integrati negli indumenti che rilevano quando chi li indossa ha freddo o caldo. Utilizza varie variabili, inclusa la frequenza cardiaca, oltre all’intelligenza artificiale. “La temperatura percepita varia da individuo a individuo, in particolare a seconda del sesso”, afferma Saidi.

Segno che la ricerca ha fatto molti progressi: diversi ricercatori stanno lavorando su standard per valutare la capacità dei diversi indumenti di mantenerti caldo o fresco. MMe Dolez, ad esempio, sta lavorando per sviluppare standard per determinare quali solette mantengono più caldo.

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Saperne di più

  • 0,4%
    Quota di tessuti intelligenti nel mercato tessile globale nel 2023

    Fonti: Gruppo IMARC, Il tessile oggi

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