Tre “mostri rossi” galattici sono stati scoperti nell’Universo primordiale da un team internazionale guidato dall’UNIGE. Le loro misurazioni indicano che la genesi stellare nell’Universo primordiale era molto più efficiente di quanto pensassero gli scienziati. I modelli esistenti di formazione delle galassie probabilmente necessitano di essere rivisti.
Provate a immaginare l’immensa massa della nostra Via Lattea: è composta da tra i 200 e i 400 miliardi di stelle sparse su un diametro di poco più di 100.000 anni luce. Ed è antico, avendo 13,6 miliardi di anni.
La sorprendente scoperta del team di astrofisici riguarda tre galassie presenti nel primo miliardo di anni dopo il Big Bang – evento avvenuto 13,8 miliardi di anni fa. Quelli che sono stati soprannominati “mostri rossi” sono dieci volte più piccoli della nostra galassia pur avendo una massa stellare paragonabile a quella dell’attuale Via Lattea!
Sono stati avvistati grazie al programma FRESCO del James Webb Space Telescope (JWST): è il loro alto contenuto di polvere che conferisce loro questo distinto colore brillante sulle immagini riprese dallo spettrografo NIRCam/grism.
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Osservazioni che sconvolgono la teoria
Queste galassie formano stelle con un’efficienza quasi doppia rispetto alle loro controparti di massa inferiore e alle galassie più vecchie. Abbastanza per mettere in discussione la teoria favorita dagli scienziati che vuole che le galassie si formino gradualmente: “I vasti aloni di materia oscura catturano il gas – atomi e molecole – per creare strutture legate dalla gravitazione. In generale, solo il 20% di questo gas si trasforma in stelle nelle galassie», spiega l’Università di Ginevra in un comunicato stampa.
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Gli scienziati stanno scoprendo galassie sempre più massicce nell’Universo primordiale. Troppo rispetto alle previsioni. “Scopriamo circa un miliardo di anni dopo il Big Bang, ma anche oggetti molto luminosi e massicci nell’Universo ancora più distante”, osserva Pascal Oesch, professore associato presso il Dipartimento di Astronomia della Facoltà di Scienze dell’UNIGE, ricercatore principale del il programma di osservazione. “In generale, le galassie si stanno espandendo più rapidamente di quanto pensassimo”, dice a RTSinfo.
Il motivo di questo fenomeno non è ancora noto: “La teoria più semplice per spiegarlo è che il gas era più denso nell’Universo antico e che le stelle si formavano più rapidamente. Dovremo cambiare gli ingredienti delle nostre simulazioni per modellare una formazione stellare più efficiente” e capirlo”, aggiunge.
Nuove misure
D’ora in poi, l’astrofisico e il suo team osserveranno nuovamente i tre mostri rossi per misurarne autonomamente la massa con il NIRspec, uno spettrografo JWST: “Con i suoi spettri dettagliati, permetterà di stimare la massa grazie alla gravitazione”. E Pascal Oesch è entusiasta: “Con il telescopio Euclid potremo anche trovare più galassie di questo tipo e testare così nuove ipotesi”.
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Osservazioni future da JWST e dall’Atacama Large Millimeter Array (ALMA) ci permetterà anche di saperne di più su queste galassie ultramassicce. L’studio è stato pubblicato su Nature mercoledì.
Stephanie Jaquet