Ritrovato in Spagna un fiore fossile risalente a 140 milioni di anni fa: Magnolie, per sempre!

Ritrovato in Spagna un fiore fossile risalente a 140 milioni di anni fa: Magnolie, per sempre!
Ritrovato in Spagna un fiore fossile risalente a 140 milioni di anni fa: Magnolie, per sempre!
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Quarantasei anni dopo aver accolto il suo ospite alla spogliazione, è una tomba ancora abbondantemente fiorita quella che purtroppo vede Claude François mangiare i denti di leone dalla radice. Un giusto omaggio a chi ha celebrato “per sempre” queste Magnolie, che oggi gli scienziati ci dicono fossero senza dubbio le…

Quarantasei anni dopo aver accolto il suo ospite alla spogliazione, è una tomba ancora abbondantemente fiorita quella che purtroppo vede Claude François mangiare i denti di leone dalla radice. Un giusto omaggio a chi ha celebrato “per sempre” queste Magnolie che oggi, secondo gli scienziati, sono state senza dubbio il primo fiore a sbocciare sulla Terra. Compilato da Mario Vallejo-Marin, professore di biologia evoluzionistica all’Università svedese di Uppsala, questo lavoro si basa infatti su uno dei rari fossili vegetali a nostra disposizione. Trovata in Spagna, questa pianta acquatica ha circa 140 milioni di anni e presenta tutti gli ornamenti e molteplici petali. Studiando anche le caratteristiche di 800 dei suoi discendenti ancora viventi, un team internazionale di botanici è riuscito a stilare un ritratto composito del misterioso fiore originario.

La vita sessuale delle piante

Se però c’è un argomento su cui non sembra emergere consenso, è ovviamente l’origine di questo mondo. Ha fatto uno o due rapporti sessuali? Anche se i fiori non sono, per le piante, altro che i loro organi sessuali, Vallejo-Marin evoca poi l’ipotesi bisessuale. Per coincidenza, è in Nuova Caledonia che una delle più antiche stirpi di questi arbusti fiorisce ancora sotto forma di Amborella. “Ora abbiamo un’idea abbastanza precisa di come apparivano i primi fiori, ma sappiamo relativamente poco di come apparvero sulla Terra. Né sulle tappe della loro evoluzione, in attesa della scoperta di nuovi fossili che permetteranno forse di riempire il buco nero che va da 250 a 140 milioni di anni fa. »

Profumo di carogna

Come direbbe qualcun altro, in questo caso Montherlant, “l’olfatto è l’intelligenza dei fiori”. Mezzo di comunicazione tra loro, ma destinato anche ad attirare la chiatta impollinatrice. Studentessa di dottorato in biologia vegetale presso l’Istituto di ricerca per lo sviluppo (IRD), Lydie Messado Kamga avrà messo il naso in alcune delle 350.000 specie di piante da fiore che abbelliscono – o meno – il nostro pianeta. Composti chimici specifici, questi profumi sono innanzitutto una promessa di ricompensa per gli insetti che sognano di raccogliere nettare (zuccheri) o polline (proteine). Una tavolozza strategica di profumi mielati come lavanda, giglio e giacinti su cui sicuramente si affolleranno farfalle, api e bombi. “Ripetiamo, le piante producono questi profumi al solo scopo di garantirne la riproduzione, e quindi la sopravvivenza. Per alcuni è anche un modo per garantirsi la difesa dissuadendo l’avvicinamento degli erbivori e dei fiorivori. »

Necessariamente molto suggestivi e personali, la percezione umana di questi profumi permetterà ancora di distinguere le piante (Rafflesia, Araceae e certe orchidee) che mimano invece gli odori legati alla decomposizione organica. Tra gli altri profumi di carogna, urina, feci o carne marcia affascinano immediatamente la famosa Mosca della Merda. Ma allora perché alcuni fiori non profumano né di amore né di morte? “Nella maggior parte dei casi si tratta di quelli impollinati dal vento, ad esempio il nocciolo o il mais. Fiori discreti e incolori. »

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