TESTIMONIANZA. “Riesco a riconoscere il marchio solo dall’odore!” Jean-Luc Michaud, il rigattiere della Creuse innamorato dei flipper

TESTIMONIANZA. “Riesco a riconoscere il marchio solo dall’odore!” Jean-Luc Michaud, il rigattiere della Creuse innamorato dei flipper
TESTIMONIANZA. “Riesco a riconoscere il marchio solo dall’odore!” Jean-Luc Michaud, il rigattiere della Creuse innamorato dei flipper
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pubblicato su 21/05/2024 alle 6:30

Scritto da Jean-Martial Jonquard E Campo Marielle

Negli angoli dei bar hanno regnato incontrastati dagli anni ’60 agli anni 2000: i flipper. Oggi più rari, sono la passione e la specialità di un rigattiere della Creuse, Jean-Luc Michaud, che li restaura e li vende… Quando non ci gioca.

Lo dice lui stesso : “Il mondo di Jean-Luc è fatto di mercatini, antiquariato, curiosità, ma soprattutto flipper!”

Nel suo mercatino situato a Saint-Hilaire-la-Plaine, nella Creuse, è difficile non individuare subito la passione di Jean-Luc Michaud, con, al piano terra, una gigantesca sala dedicata esclusivamente al biliardo elettrico, come ero solito dire.

Nota per l’aneddoto che se la parola flipper viene dall’inglese (capovolgere, restituire o rimbalzare), non diciamo pinball, ma pinball nella lingua di Shakespeare o in quella dei cowboy !

Tuttavia, è stato in Francia, precisamente a Parigi, che Jean-Luc Michaud venne contagiato, quasi 38 anni fa. Mentre studiava lì, conseguendo una laurea in giurisprudenza, un giorno scese dalla stanza della cameriera per andare a prendere un caffè al bar sotto casa.
Il capo aveva bisogno di mani per caricare un flipper… Non le lasciò mai per i successivi tre anni, imparando anche a ripararle. Scherza ancora: “Ho due licenze, una in giurisprudenza, una in flipper.”

Flipper meccanici, elettronici, a carte parlanti, multisfera, vecchi o recenti, rari o di serie (più di 20 000 per alcuni bestseller), li ama tutti, e anche di più, sollevando loro il cappuccio per vedere cosa c’è nascosto lì.

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Scavare nel profondo per riportare in vita il flipper, la grande passione di Jean-Luc Michaud.

© France Télévisions

“Sotto è fantastico! Nella meccanica ci sono dei contatti, aperti o chiusi, con bobine da cambiare. Per l’elettronica ho imparato da solo. Hanno tutti una particolarità, tutti hanno un odore. Riconosco la marca di flipper solo dall’odore!”

Anche se ormai ce ne sono più di quindici, tutti funzionanti, la vena non è destinata a esaurirsi per Jean-Luc, anche se i produttori sono rari.

Sicuramente ne troviamo sempre meno, ma ho la fortuna di avere una rete ampia. Ce ne sono alcuni nelle cantine, nelle soffitte. Dovete sapere che ai tempi d’oro c’erano diversi operatori per reparto, che potevano possederne fino a due o trecento!”

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Jean-Luc Michaud possiede alcune rarità, prodotte in meno di duecento copie in tutto il mondo, come questo gioco, non proprio flipper, risalente agli anni ’60 (dietro R2-D2).

© France Télévisions

Una specialità come quella di Jean-Luc Michaud è piuttosto rara, quindi ovviamente la clientela viene da molto lontano. A volte, con in mente un particolare flipper, ma spesso per partire con un altro. Il flipper ti sceglie, dice. Ma cosa ancora più soddisfacente per il rigattiere è vedere la sua clientela ringiovanire.

“All’inizio vendevo a persone tra i 50 e i 70 anni. Ma ultimamente sono soprattutto i giovani sotto i trent’anni, che giocano con la famiglia. E questo, ne sono davvero felice!”

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Quando non li ripara o non li vende, Jean-Luc Michaud si diverte ancora con i suoi flipper.

© France Télévisions

Infine, quando li vende, perché su certi modelli, dopo averli rinnovati, Jean-Luc non disdegna di conservarli un po’, per trarne vantaggio lui stesso. Dopotutto, come dice lui,il flipper è la mia vita.”

Non lo biasimeremo per il tilt !

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