Sii altri 5/5.- La conquista dello spazio ci ossessiona perché vediamo la promessa di una metamorfosi della specie umana, dice lo storico della scienza*.
Paradiso astrale
“Siamo sempre stati dilaniati dal desiderio di ritrovare il nostro paradiso perduto. Questa utopia ci ha incoraggiato a cercare altri continenti. Tutto ebbe inizio con le grandi scoperte e la missione dei padri fondatori verso i “nuovi mondi”: New England, New Orleans… Mondi vergini, o quasi, da colonizzare. Molto rapidamente il paradiso divenne spaziale.
Sogniamo mondi extraterrestri che siano “la Terra ma migliore”. Negli anni ’60, il fisico Gerard O’Neill aveva già immaginato il pianeta perfetto: un mondo liscio, senza zanzare, senza cimici, senza animali feroci, dove avremmo avuto un amore perfetto con i nostri cari e i nostri animali domestici. Il sogno americano! Gli sceneggiatori diInterstellare si ispirarono alla sua teoria per immaginare la stazione Cooper, nell’orbita di Saturno, nella forma di un immenso cilindro. Sogno o incubo?
Terra vergine
“Esistono due tipi di nuovi mondi: o un nuovo pianeta o una stazione orbitale. Entrambi richiederebbero spese enormi. Dobbiamo creare le condizioni per la vita, produrre l’ossigeno di cui abbiamo bisogno. L’installazione su Marte non è per domani. La vita lì è ostile e il mondo invivibile. E, anche se Jeff Bezos ed Elon Musk investono miliardi nella conquista dello spazio, non stiamo facendo molti progressi.
Il collasso climatico dà un altro colore a questa utopia. Vorremmo tanto riscattarci, sogniamo ardentemente una Terra vergine, che ci permetta di ricominciare tutto da capo. Ahimè, non esiste il pianeta B. Ma come non sognare davanti a questi milioni di galassie, non immaginare altre possibili esistenze?”
Nomadi interstellari
“Siamo nomadi per natura, questo è il nostro destino. Ma non siamo gli avatar di un videogioco. Il principio di realtà è il nostro corpo e il nostro organismo non è in grado di adattarsi ad altri mondi senza grandi trasformazioni. Come possiamo soddisfare i nostri bisogni di ossigeno e protezione? L’esplorazione dello spazio non avviene senza una metamorfosi dell’essere umano. Il transumanesimo, volto a sostituire gli organi con protesi, è già in atto, con la tentazione dell’immortalità. Ma riguarda solo le élite. Potrebbero esserci molte persone rimaste indietro”.
Il transumanesimo, volto a sostituire gli organi con protesi, è già in atto, con la tentazione dell’immortalità
Jacques Arnould
Metà cyborg e metà umani
“Immaginiamo che una comunità selezionata sia portata a colonizzare una stazione orbitale o un pianeta. Il loro corpo dovrà adattarsi. Tuttavia, questa metamorfosi, se dura per diverse generazioni, rischia di portare a una mutazione nella specie umana. Questi esseri viventi, che possiamo immaginare metà cyborg e metà umani, si allontanerebbero quindi dagli altri terrestri tanto quanto noi ci siamo allontanati dai primati.
Potremmo assistere all’emergere di una nuova specie umana, diversa dalla nostra, con antenati comuni. Potremmo non essere nemmeno più in grado di riprodurci insieme. Queste riflessioni restano allo stato di ipotesi. Ma una cosa è certa: la nostra ambivalenza è abissale. Vogliamo stabilirci su un pianeta vergine senza lasciare la nostra vecchia Terra; sogniamo di conquistare l’immortalità, ma temiamo la metamorfosi…”
*Jacques Arnould è anche un esperto di etica del CNES. Ultimo libro pubblicato: “Colonie nello spazio. L’utopia definitiva?”, Éditions Odile Jacob (maggio 2024).