La corsa per la Luna continua, la Cina segna un nuovo punto

La corsa per la Luna continua, la Cina segna un nuovo punto
La corsa per la Luna continua, la Cina segna un nuovo punto
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Pubblicato il 7 maggio 2024


HA
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Ricordare! La missione Chang’e 3 ha posizionato un mini rover (Yutu “Jade Rabbit” n. 1) sulla Luna nel 2013. La missione Chang’e 4, con un lander e un altro piccolo rover (un altro “Jade Rabbit”) », No 2), è atterrato sul lato nascosto della Luna il 3 gennaio 2019. La missione Chang’e 5 ha effettuato una missione di ritorno campione dal lato visibile della Luna. È atterrata lì l’1ehm Dicembre 2020 e partito due giorni dopo. La capsula che trasportava i campioni li ha consegnati sulla Terra, come previsto, il 16 dicembre, dove era previsto (nella Mongolia Interna). Nessun fallimento e progresso impeccabile.

Va notato di sfuggita che Chang’e è il nome della dea della Luna (come la nostra Artemide). Yutu è il suo animale domestico (scoreggia in inglese). I cinesi si riferiscono ad una tradizione diversa dalla nostra, il che è abbastanza normale ma ha anche un senso. L’avventura lunare e la competizione non sono solo scientifiche, ma anche civilizzatrici.

La missione Chang’e 6 è tecnicamente una replica di Chang’e 5. Ha lasciato la Terra questo venerdì 3 maggio alle 11:30 (ora francese) per effettuare un’altra raccolta di campioni, ma questa volta avverrà sulla faccia nascosta della nostra (comune) stella notturna. Non c’è motivo per cui questa missione non debba avere successo come la precedente, anche se atterrare sul lato nascosto è più difficile che atterrare sul lato visibile, poiché non c’è visibilità diretta. Ma Chang’e 4 ha dimostrato che il satellite trasmette “il ruolo di intermediario” (in questo caso il satellite Queqiao posizionato per questo oggetto in “orbita alone”* nel punto Lagrange L2 del sistema Terra-Luna, cioè di fronte alla Terra dietro il Luna), ha funzionato perfettamente. Il sistema satellitare relè è essenziale per controllare i movimenti di una sonda nello spazio e sulla terra dietro una stella il cui lato visibile oscura ogni trasmissione. A questo livello siamo a un grado di complessità più elevato rispetto alle missioni sul lato visibile, ma inferiore a una missione su Marte (o su un asteroide) poiché non c’è alcun ritardo**. Un nuovo satellite relè, Queqiao-2, è già operativo e attende Chang’e 6. È stato lanciato il 20 marzo 2024.

Questa volta i cinesi sperimenteranno un altro posizionamento, un’orbita “congelata” attorno alla Luna, che va da un periapsis di 200 km dalla Luna ad un’apoapsis di 16.000 km e un’inclinazione di 62°. Ciò dovrebbe conferirgli visibilità sufficiente (tranne durante il rapido passaggio al periapside) e soprattutto un ritardo inferiore a L2 per le comunicazioni tra il satellite e la terra lunare.

Il prossimo passo dovrà essere la creazione di una base robotica e poi abitata al Polo Sud del nostro satellite… nello stesso sito preso di mira dagli americani. Sarà Chang’e 7 e poi Chang’e 8. Per queste missioni, i cinesi dovrebbero ancora utilizzare Queqiao-2.

*Le posizioni in orbita dell’alone non sono sul Punto di Lagrange, ma in orbita attorno al punto di Lagrange che permette loro (nel caso di L2 Terra/Luna) di essere visibili sia dalla Terra che dalla faccia nascosta alla Luna.

**Un giorno avremo bisogno di questo tipo di relè per comunicare con strumenti o uomini su Marte durante l’occultazione del pianeta da parte del Sole, come già oggi dobbiamo comunicare con strumenti a terra quando sono fuori portata a causa della rotazione di il pianeta su se stesso (accettando da quindici giorni a tre settimane senza comunicazione a causa dell’occultazione da parte del Sole).

La missione Chang’e 6 è stata lanciata da un lanciatore Longue March 5 o Chen Zhang 5, CZ-5, un razzo un po’ più potente del futuro Ariane 6. Il “nostro” A64 sarà in grado di mettere in orbita bassa 21,5 tonnellate; il CZ-5B può trasportarvi 25 tonnellate. Sin dal suo primo lancio nel 2016, CZ-5B ha dato prova di sé. Utilizza “nuovi” motori divenuti “classici”, semi-criogenici, che bruciano cherosene in ossigeno liquido.

Non utilizzare l’idrogeno (come previsto per Ariane 6) è ovviamente un vantaggio perché

  1. La difficoltà della criogenia (il freddo intenso ha effetti sulla resistenza dei motori e delle tubature del lanciatore)
  2. Perdite derivanti dalla massa atomica dell’idrogeno (la più piccola molecola esistente)

Un grosso svantaggio è che nessuna parte del razzo è riutilizzabile. Ma i cinesi non sono soggetti alla concorrenza internazionale e non si preoccupano delle nostre preoccupazioni ambientali in questo settore. I lanci vengono effettuati dalla base di Wenchang, sull’isola di Hainan, più a sud possibile del territorio cinese. Wenchang si trova a 19°37 N che è un po’ meglio del Kennedy Space Center situato a 28°35 N e anche della base stellare di Boca-Chica di SpaceX che si trova a 25°59 N… ma meno bene dello Spazio della Guyana Centro, Kourou, situato a 5°09 N.

La tavola è apparecchiata. La raccolta dei campioni da parte di Chang’e 6 sarà effettuata allo stesso modo di quella effettuata con Chang’e 5. L’interesse o la giustificazione per questa nuova raccolta è che il lato nascosto della Luna è molto diverso dal lato visibile. Quest’ultimo presenta superfici piane molto estese, che noi chiamiamo “mari”, e che sono in realtà grandi effusioni di antichissime lave fluide. Il lato nascosto, invece, presenta solo pochissimi mari per l’osservazione satellitare (solo uno infatti, Mare Moscoviense) e il resto è straordinariamente craterizzato.

Non sappiamo spiegare la differenza, perché a quanto pare il lato esposto verso la Terra non è protetto a causa di questo orientamento, essendo la Terra troppo lontana. Ma chi dice questo dimentica che quando venne creata la Luna era molto più vicina alla Terra (da 30.000 a 50.000 km invece degli attuali 380.000). Naturalmente, quando si è formata (aggregazione di detriti dopo l’impatto di Theia) la Luna era una palla di magma, e non si è raffreddata/indurita immediatamente. Ma forse, data una dimensione/massa relativamente piccola, questo raffreddamento (con formazione di una crosta e quindi la possibilità di vulcanismo attraverso di essa) non avrebbe potuto richiedere più di qualche milione di milioni di anni. Anche circa cinquanta-cento milioni di anni fa le due stelle erano ancora molto più vicine, la protezione del lato visibile della Luna da parte della Terra molto più probabile, le forze di marea estremamente potenti e la possibilità di gigantesche diffusioni di lava molto “ facile” attraverso una crosta ancora sottile. Mentre il lato nascosto rimaneva totalmente esposto ai continui impatti degli asteroidi (molto più numerosi ed importanti in questo periodo del sistema solare). L’unica sfumatura da menzionare è che all’inizio la rotazione della Luna su se stessa forse non era del tutto sincronizzata con quella della Terra, e che la standardizzazione non poteva essere fatta immediatamente. Ma forse questa sincronizzazione era già quasi perfetta quando la crosta lunare si solidificò.

Un altro motivo per la scelta del sito di atterraggio, che dovrà avvenire alla periferia del bacino Polo Sud-Aitken, a 46° di latitudine Sud* (il cratere omonimo è solo uno degli elementi di questo bacino), è anche scientifico. Il bacino di Aitken è infatti uno dei siti lunari più interessanti. È un cratere molto antico (probabilmente tra 4,2 e 4,3 miliardi di anni). È enorme. Con 2500 km di diametro, è paragonabile al più grande cratere da impatto visibile su Marte, quello di Hellas Planitia (nell’emisfero australe) e la massa di Marte è dieci volte quella della Luna. È anche molto profondo (6 km sotto l’altitudine media, che è l’altitudine lunare più bassa. Le sue pareti si innalzano verso nord a +8 km, che è l’altitudine lunare più alta. La crosta in questa località è più fine che altrove, tra 12 e 12 km). 15 km invece di 50, in media. In termini di composizione chimica, notiamo una particolare abbondanza (rilevata dal satellite/orbiter) di ferro, titanio e torio considerati come un’anomalia, che provengono o dal materiale del dispositivo di simulazione, oppure da la profondità degli strati di materiali del mantello estratti dall’impatto (tali strati sono tanto più ricchi di metalli siderofili quanto più sono profondi). Studiare il Bacino di Aitken significa poter studiare quasi tutta la storia della Luna a partire dalle origini (almeno a partire dal). solidificazione della crosta della stella), in ogni caso in un periodo molto più lungo di quello osservato osservando uno dei mari lunari dal lato visibile e, chissà, forse potremo raccogliere indizi che mostreranno altre differenze con il visibile lato.

*Da notare che anche Chang’e 4 è atterrato nel bacino di Aitken, approssimativamente alla stessa latitudine (von Karman Crater).

La futura base lunare cinese è già stata nominata. Questa sarà la Stazione Internazionale di Ricerca Lunare (ILRS), e sarà gestita congiuntamente con i russi (ma oggi sono i cinesi ad avere il know-how). L’accordo su questo punto tra i due Paesi risale al marzo 2021 (quindi prima della guerra). Da allora, altri paesi del Sud del mondo si sono uniti ai fondatori: Sud Africa, Venezuela, Bielorussia, Pakistan, Azerbaigian, Egitto, Emirati Arabi Uniti). Possiamo vedere chiaramente le intenzioni politiche.

Tutto ciò non deve rassicurare gli americani! La corsa verso la Luna è una realtà… e per loro uno stimolo molto forte.

Gli europei guardano passare i palloni e non sono nemmeno arbitri. Non hanno nemmeno più un lanciatore. In effetti, non abbiamo più un Ariane 5 e il futuro Ariane 6 dovrebbe essere lanciato per la prima volta solo a luglio di quest’anno. Potrà senza dubbio volare, ma si scontrerà con una forte concorrenza. SpaceX effettua oggi più del 90% dei lanci e beneficia quindi di enormi economie di scala. Il costo di un lancio di Ariane 6 sarà il doppio di quello di un lancio di Falcon 9. Non è chiaro chi lo utilizzerà a meno che non sia costretto a farlo da uno degli Stati membri dell’ESA.

Link da consultare:

https://en.wikipedia.org/wiki/Chinese_Lunar_Exploration_Program

https://nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/upcoming.html

https://www.irap.omp.eu/en/2023/07/uno-strumento-di-tolosa-analizzerà-un-gas-sulla-superficie-della-luna-nel-2024/#:~: text=DORN%20(Rilevazione%20di%20Degassamento%20RadoN,Istituto%20de%20ricerca%20en%20astrofisica

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