Psycho: quando il nostro corpo è perso nello spazio…

Psycho: quando il nostro corpo è perso nello spazio…
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La maggior parte delle volte diamo per scontato il nostro corpo perché lo conosciamo bene e ne abbiamo un buon controllo, ma quando il nostro schema corporeo viene interrotto, il nostro controllo è meno evidente.

Il nostro corpo è il nostro compagno più antico. Viviamo con lui, condividiamo con lui la maggior parte delle nostre attività e ci affidiamo a lui. Fin dalla nostra nascita, abbiamo imparato a conoscerlo attraverso i nostri movimenti.

Gli effetti dei nostri movimenti ritornano al nostro cervello attraverso numerose sensazioni come la vista e le nostre sensazioni corporee (tatto, muscoli, articolazioni, equilibrio) e modellano il nostro schema corporeo, il nostro database sul nostro corpo e sui nostri movimenti.

Le nostre sensazioni corporee spesso rimangono inconsce per non sovraccaricare la nostra attenzione.

Tuttavia, il nostro piano corporeo è essenziale. Viene utilizzato, tra le altre cose, per localizzare il nostro corpo nello spazio. Ci fornisce informazioni in tempo reale sulla posizione, la tensione e il movimento delle diverse parti del nostro corpo. Inoltre contiene il nostro repertorio di movimenti, le nostre capacità motorie (es: come portare un bicchiere alla bocca, come suonare un pezzo al pianoforte).

Il nostro ambiente

Alcuni disturbi cerebrali possono causare anomalie nelle nostre percezioni corporee. Una persona può confondere le dita tra loro. Un altro potrebbe pensare di essere stato colpito al braccio destro quando è stato colpito al braccio sinistro. Un altro ancora potrebbe avere sensibilità in un braccio che è stato amputato.

Altri disturbi cerebrali causano allucinazioni fisiche.

Alcune persone hanno la sensazione di fluttuare fuori dal proprio corpo per alcuni istanti. Altri hanno la sensazione che i loro arti stiano cambiando forma o dimensione (sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie).

Diversi disturbi dello schema corporeo influenzano il riconoscimento di sé. Alcune persone trovano che in certi momenti il ​​loro volto allo specchio appare strano (depersonalizzazione). I loro volti sembrano aver perso il senso di familiarità. Altri sono convinti che una parte del loro corpo non sia loro.

Altri ancora non avvertono un senso di controllo (intenzione o senso di azione) all’inizio di alcune delle loro azioni, come se fossero attivate involontariamente.

Movimenti goffi

I difetti nella nostra immagine corporea possono anche renderci più goffi. Ad esempio, alcune persone nascono con difficoltà nell’imparare a coordinare i movimenti (disprassia).

Si scontrano regolarmente con oggetti o persone, come se fossero meno consapevoli della posizione del proprio corpo o dei propri arti rispetto all’ambiente.

Mancano cose o hanno difficoltà nello sport. Imparano meno rapidamente a coordinare i loro movimenti e ad adattarli nel tempo.

Orientarsi nello spazio

Oltre alle nostre capacità motorie e alla consapevolezza di sé, il nostro schema corporeo contribuisce anche a molte delle nostre funzioni mentali.

Contribuisce, tra le altre cose, allo sviluppo delle nostre capacità spaziali, soprattutto per l’ambiente a noi vicino. Le nostre azioni e sensazioni corporee ci aiutano a imparare a distinguere la destra dalla sinistra, a stimare le distanze o a comprendere le relazioni spaziali. Il nostro cervello impara nozioni come “più lontano” o “sopra” tra le altre cose attraverso i movimenti e lo stiramento dei nostri arti. Il nostro schema corporeo ci aiuta anche a immaginare mappe mentali del nostro ambiente e a simulare le nostre azioni in questi ambienti virtuali.

Il nostro corpo non è solo uno strumento passivo che controlliamo. I nostri movimenti e le sensazioni che producono ci permettono di situarci nel nostro ambiente, acquisire consapevolezza di sé e sviluppare numerose abilità.

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