A quel tempo, come era la pallamano femminile professionistica?
Eravamo all’inizio. Quando abbiamo vinto l’argento mondiale nel 1999, quando ci siamo qualificati per le Olimpiadi (6° nel 2000) e quando abbiamo chiesto i bonus la Federazione non se lo aspettava. Rimase un po’ sorpresa. Eravamo nella modalità “ce lo meritiamo”, è normale pretendere la stessa cosa dei ragazzi. Avevamo dei portavoce, dei “sindacalisti”, Véro (Pecqueux-Rolland)Sandrino (Marriot)… A poco a poco, abbiamo visto l’evoluzione delle condizioni di alloggio, dei trasporti e delle attrezzature. Prima non era specifico per genere, avevamo pantaloncini e costumi da bagno troppo grandi, raccoglievamo i vestiti dei ragazzi. Oggi c’è un chiaro riconoscimento della pallamano femminile, anche se ci sono ancora battaglie da combattere.
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