Per scoprire e approfondire l’eccezionale esposizione di opere di Jusepe de Ribera, artista spagnolo vissuto in Italia dal 1591 al 1652, bisogna tornare indietro nel tempo e immergersi nell’epoca dell’arte figurativa che idealizzava i personaggi rappresentati.
Per la prima volta in Francia, provenienti da tutto il mondo, più di cento opere sono riunite sotto lo stesso tetto per mostrare l’intera carriera di Ribera. Tanto più che nel 2002 sono state fatte alcune scoperte che hanno permesso di stabilire con certezza che si trattava effettivamente di opere non attribuite, quindi dette anonime.
Queste opere appena identificate fanno parte della mostra e vengono presentate al pubblico per la prima volta.
Il popolo come modello
Talentuoso, Ribera si distinse già all’età di 15 anni, perché realizzava in breve tempo bozzetti di grande intensità. Già è riconosciuto e, come avvenne nel XVI secolo, soprattutto in Italia, prestigiosi aristocratici e clero gli commissionarono.
Tuttavia il suo lavoro si differenzia dalla scuola d’arte allora in vigore. In sintesi, all’epoca la pittura classica rappresentava idealmente le figure sacre. Erano fisicamente belli, con corpi nudi dalle forme morbide e sensuali.
Ribera si stacca subito da questa tendenza volendo illustrare il vero, il reale, e soprattutto dando un nuovo posto alle persone che prende a modello.
Utilizzerà una tecnica dai forti contrasti che metterà in risalto la carne segnata dal tempo e dalla fatica. In posizioni teatrali e drammatiche, dipinge personaggi che si contorcono, come mossi da una forza interiore che non possono controllare.
La tecnica pittorica utilizzata da Ribera è di eccezionale virtuosismo e realismo.
Museo Nazionale d’Arte della Catalogna, Barcellona
Un senso di santità
La mostra retrospettiva offre diversi esempi di questo talento.
Sotto il tema delle favole che hanno come soggetto il gusto e l’olfatto, Ribera dipinge mendicanti vestiti di stracci, i cui volti sono segnati dalla sofferenza. Ma poiché questi personaggi sembrano illuminati da una luce proveniente dall’alto, l’impressione di santità è sempre presente e resiste all’espressione di una dura quotidianità.
Un’opera del 1631 intitolata Maddalena Ventura e suo marito O La donna barbuta sorprende per la sua attualità.
Archivio fotografico, Museo Nazionale del Prado. Madrid
Questo perché Ribera è interessato alle persone ai margini della società. È il ritrattista degli zingari, dei bambini poveri di strada e degli infermi. Di conseguenza, queste opere ricordano la letteratura spagnola, in particolare il romanzo Don Chisciotte della Mancia scritto nello stesso periodo da Miguel de Cervantes.
Poiché Ribera ha lavorato in serie tematiche, quelle che illustrano alcune torture sono incredibilmente violente. Nonostante l’attuale profusione di immagini di guerra nei media, Ribera riesce a commuoverci mostrando il dolore delle vittime e, soprattutto, il piacere che i carnefici sembrano provarne, ancora una volta un messaggio estremamente contemporaneo.
Attraverso la gamma di opere che scopriamo in questa mostra, ricordiamo che, sebbene queste persone apparentemente provenienti da ambienti poveri abbiano un aspetto modesto, la loro vita interiore rimane comunque molto ricca. Un messaggio universale!
Foto fornita dal Metropolitan Museum of Art.
La mostra Ribera – Oscurità e luce si tiene fino al 23 febbraio 2025 al Petit Palais – Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris.
Foto fornita da Benoit Fougeirol
O : Avenue Winston-Churchill, 75008 Parigi.
Tel: 01 53 43 40 00
Metropolitana: Linea 1 e 13 Stazione: Champs-Élysées-Clémenceau
Sito web: petitpalais.paris.fr
Da più di 20 anni, Manon Blanchette è storica dell’arte e direttrice di musei. Ha collaborato con numerose riviste d’arte contemporanea.