L’intolleranza verso la diversità sessuale e di genere è alle stelle tra gli studenti delle scuole superiori. La percentuale di giovani che si sentirebbero a disagio nell’apprendere che una persona cara è omosessuale è raddoppiata in sette anni, secondo un vasto sondaggio condotto tra gli adolescenti del Quebec da un’organizzazione di Montreal che lancia l’allarme.
Questo cambiamento di mentalità rappresenta “una battuta d’arresto di circa 20 anni”, lamenta Marie Houzeau, direttrice generale di GRIS-Montréal, un’organizzazione con una forte presenza nelle scuole secondarie per sensibilizzare i giovani sulla diversità sessuale e di genere.
Durante la visita, i volontari colgono l’occasione per far compilare agli studenti un questionario per conoscere il loro grado di apertura verso alcune realtà. Tuttavia, da diversi anni, l’organizzazione constata “un costante deterioramento del livello di comfort dei giovani con omosessualità”, indica M.Me Houzeau.
Quasi il 34% dei giovani si sentirebbe a disagio nell’apprendere che la propria migliore amica è lesbica, percentuale che sale al 40% per un amico gay, il doppio rispetto alle risposte ottenute nel 2017.
Nello stesso periodo, la percentuale di giovani che affermano di sentirsi molto a disagio nei confronti della genitorialità omosessuale è aumentata dal 10% al 24%.
Anche le posizioni dei giovani sono molto più assertive di prima, a volte addirittura esigenti, continua MMe Houzeau. Nelle scuole i volontari dell’organizzazione segnalano situazioni “più tese”.
“Un giovane dirà: questo non lo accetto ed è un mio diritto, nessuno deve convincermi del contrario. Sono cose che sentiamo più spesso”, aggiunge il direttore generale.
Nei commenti raccolti alla fine del questionario, l’organizzazione ha anche notato molti più “insulti e inviti all’odio” rispetto a prima.
Social network e discorsi maschilisti
L’onnipresenza dei social network e l’aumento del discorso mascolinista, che prende di mira le comunità LGBTQ+, potrebbero spiegare questo aumento dell’intolleranza, secondo M.Me Houzeau.
“I giovani costruiscono la loro identità con i social network e gli influencer”, spiega, deplorando la presenza di queste “camere di eco” che riducono l’influenza dei genitori sull’educazione dei figli.
Questi dati sono stati resi noti giovedì mattina nel corso di una conferenza stampa alla quale ha partecipato anche la Federazione dei Comitati di Genitori del Quebec.
La sua presidente, Mélanie Laviolette, si unisce al GRIS-Montréal per chiedere una “mobilitazione collettiva” in questo senso.
“Invito tutti i genitori, e anche tutti gli adulti che lavorano con i nostri giovani, a promuovere l’apertura, l’inclusione e il rispetto per promuovere il benessere dei bambini e una società in cui ognuno ha il suo posto”, ha affermato.
Da parte sua, GRIS-Montreal chiede maggiore consapevolezza e formazione nelle scuole, in particolare tra le parti interessate della scuola.
Il tasso di suicidio tra i giovani appartenenti a minoranze sessuali e di genere è ancora “atrocemente alto” in Quebec, il che è “inconcepibile in una società aperta e progressista come la nostra”, aggiunge il suo direttore generale.
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