65 petroliere gettano l’ancora dopo le ultime sanzioni statunitensi contro la Russia, riferisce Reuters

65 petroliere gettano l’ancora dopo le ultime sanzioni statunitensi contro la Russia, riferisce Reuters
65 petroliere gettano l’ancora dopo le ultime sanzioni statunitensi contro la Russia, riferisce Reuters
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IL STATI UNITI e il Regno Unito ha recentemente rafforzato la stretta sull’industria petrolifera russa, segnando un punto di svolta nella lotta globale per frenare le attività economiche di Mosca. Queste nuove sanzioni prendono di mira in particolare la “flotta fantasma” russa, quelle navi che giocano al gatto e al topo con le restrizioni già in vigore. E avete indovinato, questo sta scuotendo non poco il commercio marittimo globale.

Perché queste sanzioni sono cadute?

Allora, cosa sta succedendo esattamente? Le ultime misure attaccano direttamente questa famosa “flotta fantasma” composta da più di 180 navi pieno di olio. Queste imbarcazioni, spesso vecchie, vengono utilizzate per aggirare le norme internazionali. Ma non è tutto: alcuni trasportano anche il petrolio iraniano, già soggetto a sanzioni. Insomma, una doppia offesa che ha spinto i governi americano e britannico a battere i pugni sul tavolo.

Risultato: sessantacinque petroliere hanno sospeso la loro attività in tutto il mondo. Tra questi, cinque si trovano attualmente al largo della costa Cinese E Singaporementre altri si ritrovano nel Mar Baltico o vicino all’Estremo Oriente russo. Questa paralisi parziale mostra chiaramente che le sanzioni non esistono per divertimento.

Chi è la colpa economicamente?

Sul fronte dei sottomarini, queste sanzioni hanno fatto lievitare il prezzo delle petroliere non autorizzate. Con l’esplosione della domanda per queste navi sicure, i costi di spedizione sono alle stelle. Ciò esercita una pressione ancora maggiore su un mercato petrolifero globale già messo a dura prova da altri affari geopolitici.

Ma non è finita! Le sanzioni colpiscono anche due pesi massimi russi: Gazprom Neft et Surgutneftegaz. Complessivamente producono più di un milione di barili al giorno e pesano circa 23 miliardi di dollari all’anno (grazie al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti per questa cifra). Prendendo di mira questi colossi, l’idea è chiaramente quella di indebolire Mosca economicamente.

Quali ricadute politiche?

Ovviamente queste misure non causano irritazione solo in Russia; attaccano anche manager e direttori delle società energetiche russe. L’obiettivo? Ridurre ulteriormente le risorse finanziarie a disposizione di Mosca per finanziare alcune azioni politiche controverse. In sostanza, è un messaggio chiaro contro chi vorrebbe giocare con le regole internazionali.

Queste informazioni ci arrivano direttamente da Reuters (grazie a loro), sulla base dei dati raccolti tramite il monitoraggio marittimo e pubblicati su 13 gennaio scorso.

Quindi sì, l’effetto complessivo delle sanzioni sull’industria petrolifera è innegabile e solleva molti interrogativi sulla loro efficacia a lungo termine. Alcune nazioni potrebbero voler trarre vantaggio da questa situazione aumentando la propria produzione o cercando altre alleanze. È quindi importante che tutti tengano d’occhio questa complessa dinamica.

Infine, chiediti: quali conseguenze più ampie potrebbero avere tutto ciò per l’economia globale e le grandi relazioni di potere? Potremmo trovarci di fronte a un importante cambiamento strategico nel settore energetico internazionale…

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