Arcom dovrebbe voltare pagina quando dovrà annunciare i numeri sui quali dovranno fare affidamento i telespettatori di TNT per accedere agli 11 canali rinnovati il prossimo febbraio. Gulli ritiene che il suo posto non sia abbastanza alto nello zaplist.
Dopo aver selezionato 11 candidati per la messa in onda su TNT da fine febbraio 2025, Arcom deve ancora decidere quali numeri saranno loro assegnati. La scelta dovrebbe essere fatta nel corso del mese di gennaio e i canali continuano a invocare il cambiamento. Se da tempo si discute della creazione di un blocco informativo, Philippe Bony, presidente di Gulli, ritiene che “non dobbiamo dimenticare la giovinezza“.
“Il posto naturale di Gulli è nella top 10 della numerazione“, afferma, senza omettere il suo concorrente France 4, spiegando che questi due canali “sono gli unici canali dedicati ad un pubblico familiare e devono essere oggetto di particolare attenzione“. Il tema delle localizzazioni sul digitale terrestre è però strategico: permette maggiore notorietà, migliore identificazione e memorizzazione e questo si ripercuote sui ricavi del canale.
Gulli schiva però la domanda su quale numero vorrebbe occupare: canale 4 o 8 che verrà liberato dopo il ritiro di Canal+ e l’esclusione di C8? “Spetta ad Arcom decidere la questione“, dice il suo presidente. Per il momento gli scenari noti sono i seguenti: la possibile creazione di un blocco informativo e di un blocco dedicato ai giovani. Gulli verrebbe così spostato sul canale 13 e France 4 sul canale 14. Ma il canale del gruppo M6 teme di essere collocato subito prima dei canali di notizie con argomenti spesso inquietanti. “Abbiamo chiuso l’anno in loop con le tragedie di Mayotte e l’incidente aereo di Seul e ci siamo svegliati la mattina del 1° gennaio con l’attentato di New Orleans, osserva. Naturalmente dobbiamo informare le persone. Ma è necessario proteggere i bambini” spiega Philippe Bony.
Tra gli argomenti addotti per perorare la sua causa, Gulli spiega che si rivolge ai giovani mentre il pubblico di TNT sta invecchiando e deve far fronte alla concorrenza globalizzata (Netflix, YouTube, social network, ecc.), il che giustificherebbe un’ulteriore protezione del canale. . “Non possiamo convincerci ad abbandonare i giovani francesi su piattaforme scarsamente o addirittura non regolamentate e ad esporli a contenuti talvolta inappropriati. È una lotta che portiamo avanti ogni giorno da vent’anni. Ma abbiamo bisogno anche del sostegno delle autorità pubbliche. Beneficiare di una numerazione più favorevole ci permetterà di rafforzare la nostra vicinanza con le famiglie francesi” spiega. Tanto più che l’emittente è anche il primo investitore privato nell’animazione francese e trasmette 2000 ore all’anno di cartoni animati dalla Francia.
Fonte: Le Figaro
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