La Juve Stabia si difende nell'affare Mussolini

La Juve Stabia si difende nell'affare Mussolini
La Juve Stabia si difende nell'affare Mussolini
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Un'indagine è stata aperta dopo il saluto fascista dei tifosi della Juve Stabia in seguito al gol di Romano Floriani Mussolini, pronipote del dittatore italiano Benito Mussolini.

La Juve Stabia rifiuta di assimilare i festeggiamenti dei suoi tifosi al saluto fascista, dopo le polemiche per il gol di Romano Floriani Mussolini. In reazione all'annuncio dell'apertura di un'indagine da parte della Federcalcio italiana, il club di Serie A ha preso la parola per difendere il suo giocatore, pronipote del dittatore italiano Benito Mussolini, e i suoi tifosi, definendosi “assoluta tranquillità”.

In un comunicato assicura che i festeggiamenti per i gol “alzando le braccia al cielo” sono gli stessi “da 117 anni” e in particolare in questa stagione per gli altri dieci gol segnati in casa, e denuncia “la volontà deliberata di un partito della stampa nazionale” per creare attacchi contro di lui.

“Non accettiamo strumentalizzazioni”

Andrea Langella, presidente del club di seconda divisione, si è detto “sorpreso dalla risonanza mediatica di questo gol”. “I nostri ideali sono sempre gli stessi, si basano sulla correttezza e sul rispetto degli altri, su un sano spirito competitivo legato allo sport, e non cambiano in base ai cognomi dei nostri tesserati, che sono giovani esemplari” , ha continuato.

Ha poi difeso i suoi tifosi, storicamente di sinistra: “Abbiamo una tifoseria che ci rende orgogliosi perché è tra le più corrette del calcio italiano. Non accettiamo la strumentalizzazione di un ragazzo d'oro come Romano Floriani Mussolini e lo stesso vale per la nostra tifoseria. tifosi che hanno applaudito come sempre facevano in passato con qualunque altro atleta.”

Le immagini avevano fatto il giro dei social network: dopo il gol di Romano Floriani Mussolini contro il Cesena lo scorso fine settimana, i tifosi della Juve Stabia hanno scandito il nome del giocatore, pronipote dell'omonimo dittatore, alzando il braccio in aria forma di saluto fascista. Dopo la polemica, il giocatore non ha reagito pubblicamente ma ha chiesto di essere giudicato “sul campo e non sul”. [son] cognome” sulle colonne della Gazzetta dello sport lo scorso novembre.

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