Nello Standard gli infortuni si sono moltiplicati, così come i gol subiti al termine delle partite. Se il problema non fosse fisico, secondo Andi Zeqiri, i Rouches sarebbero provvisoriamente, nonostante il loro gioco poco attraente, tra i primi 6 senza questi quattro punti persi. Il problema deve quindi essere rapidamente identificato.
Recentemente, la Standard è stata la triste sostenitrice della “grande operazione fallita del fine settimana”. A Charleroi e contro Louvain, i Rouches hanno perso la vittoria all'ultimo minuto, mentre non sono riusciti a riportare meglio di un pareggio in trasferta alla lanterna rossa, Beerschot.
Tante grandi opportunità per partecipare virtualmente ai Play-Offs 1, o anche per ambientarsi un po'. Lente d'ingrandimento. Ma quando guardiamo l'attuale top 6, composta da Racing Genk, Club Brugge, Anderlecht, Anversa, Union e La Gantoise, ci poniamo una domanda semplice, ma legittima: ha questo Standard, ha il livello per finire in i primi 6? La domanda è stata posta ad Andi Zeqiri questo venerdì in una conferenza stampa.
“Certo che è possibile. Se non avessimo preso questi gol a fine partita saremmo già sulla strada giusta. È il calcio e queste cose ci rendono più forti. Non dobbiamo contare su quello, è il calcio passato e non vediamo l'ora di ottenere il massimo dei punti. Il mio regalo di Natale ideale per lo Standard sarebbe il top 6.
Il problema non sembra fisico
Senza questi quattro punti persi nel finale, lo Standard occuperebbe il quarto posto, insieme all'Anversa. Ma questi fallimenti nel finale di partita e i numerosi infortuni che minano il settore difensivo del Liegi suggeriscono una cosa: i fallimenti dello Standard a volte non sono fisici?
In un momento in cui in Belgio si è appena votato sui diritti televisivi per i prossimi cinque anni, ma molti club vogliono ancora negoziare la distribuzione di tali diritti e, soprattutto, il numero di partite, lo spettacolo generalmente deludente offerto nel nostro campionato e, anche a livello europeo, potrebbe in gran parte essere spiegato da un eccessivo accumulo di incontri. Un motivo valido nei maggiori campionati europei, ma non proprio in Belgio, secondo lo svizzero passato dal centro sportivo della Juventus, allora nucleo A del Brighton.
“Come atleti è piuttosto intenso. Ma al nostro livello in Belgio va bene. Ho già passato questo periodo, non mi ha penalizzato troppo, è bello giocare a calcio ogni tre giorni. Ma i grandissimi giocatori Lo capisco, vanno avanti per dieci o quindici anni ed è difficile per loro, come giocatori siamo gestiti male in questo senso, ma per me l'importante è giocare il più possibile il club in cui mi trovo.”
Contro La Gantoise, se lo Standard si ritrovasse in vantaggio, questa volta, non dobbiamo assolutamente concedere. Perché come ha ripetuto ancora Ivan Leko in conferenza stampa, le partite di dicembre determinano il resto della stagione, e sia storicamente che quest'anno non sono gloriose. Il problema va quindi individuato rapidamente, perché in caso di sconfitta la vettura buona, che potrebbe avere sei punti di vantaggio, sarà volata via.