È ufficiale, ora conosciamo le 32 squadre che prenderanno parte al Mondiale per Club della prossima estate negli Stati Uniti. L’organizzazione seguirà il modello della Coppa del Mondo, ovvero otto gironi da quattro, di cui due qualificati per il secondo turno. Conosceremo la composizione dei gironi il 5 dicembre, giorno del sorteggio.
Come per la Coppa del Mondo, la competizione durerà quasi un mese (quattro settimane per l’esattezza). Il che è enorme.
Questo torneo da 32 giocatori è atteso con molto scetticismo. Al punto che ci si chiede se i big club europei (Real, Bayern, City, ecc.) manderanno davvero le loro prime squadre. Il programma è pazzesco e questi club non avranno praticamente ferie. Come farlo, sapendo che dall’inizio della stagione il numero degli infortuni è esploso nelle principali competizioni e campionati.
La questione si pone in modo ancora più acuto per i club africani. A parte il Wydad, rappresentante del Marocco, la maggior parte di questi club milita nelle competizioni africane (C1 e C3). Non solo non avranno ferie ma, peggio ancora, anche i loro migliori giocatori saranno colpiti dalla CAN, attesa in Marocco qualche mese dopo. Ma come faranno? In che misura le organizzazioni saranno in grado di sopportare questo straordinario sovraccarico di pianificazione?
Prendi un club come l’Al-Ahly, il numero uno africano. È coinvolto ovunque, su tutti i fronti, e fornisce la maggior parte della selezione egiziana. Come riuscirà a gestire queste infinite sequenze di partite, non solo fisicamente ma anche mentalmente?
Il problema di Al Ahly sarà condiviso anche con Mamelodi Sundowns ed Esperance de Tunis, principali fornitori delle loro selezioni e impegnati contemporaneamente su tutti i fronti. Come resisteranno?
E non è tutto. Ora apprendiamo che verrà mantenuto anche il vecchio Mondiale per club, ma con un nuovo nome: Coppa Intercontinentale FIFA. Stai ancora seguendo? Sì, no?
È difficile non perdere il latino. Questo aumento di partite e competizioni non è necessariamente una buona notizia per il calcio. Non lo ripeteremo mai abbastanza: troppo calcio uccide il calcio. A vincere è il marketing e la prospettiva, sia per la FIFA che per i club, di rimpinguare le proprie casse. Ma a quale costo?
Questo Mondiale per club sembra, infatti, creato apposta per servire il football americano, e in particolar modo la celebre franchigia dell’Inter Miami, con un certo Lionel Messi (e David Beckham a tirare le fila).
Naturalmente avremo tutto il tempo per parlare di questo “Mondiale”. E vedremo, entro la fine della stagione, in che stato di forma saranno i 32 club coinvolti, compreso ovviamente il Wydad. Ogni cosa a suo tempo, quindi. Aspetta e vedi.