Perdite finanziarie, prestito d’emergenza, consegne incerte… A un mese dalle Olimpiadi, Le Coq sportif, fornitore ufficiale di attrezzatura, è preoccupato – Libération

Perdite finanziarie, prestito d’emergenza, consegne incerte… A un mese dalle Olimpiadi, Le Coq sportif, fornitore ufficiale di attrezzatura, è preoccupato – Libération
Perdite finanziarie, prestito d’emergenza, consegne incerte… A un mese dalle Olimpiadi, Le Coq sportif, fornitore ufficiale di attrezzatura, è preoccupato – Libération
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Lo sponsor della squadra olimpica francese, che ha i conti in rosso, ha ottenuto un prestito di 2,9 milioni di euro dal comitato organizzatore olimpico per finanziare la fornitura di 150.000 capi. Niente di rassicurante a meno di un mese dalla cerimonia di apertura.

Tra tre settimane, il 26 luglio, Parigi accoglierà il mondo per i Giochi Olimpici e la delegazione francese dovrà travestirsi. Ma i recenti intoppi di Airesis, la società che possiede il 78% di Le Coq sportif, fornitore ufficiale dell’attrezzatura della competizione, rischiano di sconvolgere questo quadro idilliaco. Scelta nel 2020, la società dovrà vestire 840 atleti francesi, il loro staff, nonché funzionari e arbitri.

Nelle ultime settimane si sono accumulate cattive notizie per il produttore di abbigliamento e scarpe sportive, vittima di difficoltà finanziarie che potrebbero mettere a repentaglio le sue consegne olimpiche. E le domande abbondano. Riuscirà la piccola azienda a consegnare in tempo i circa 150.000 pezzi promessi per il concorso? La sua firma a sorpresa quattro anni fa non annunciava una nuova illustrazione della “maledizione del vincitore”, che colpisce le aziende che fingono di essere una stronzata al momento dell’accordo, per poi sgonfiarsi quando arriva il momento di onorare le loro promesse?

Dalla fine di maggio gli organizzatori hanno cominciato a innervosirsi, almeno pubblicamente. Lo ha sottolineato poi il presidente del comitato olimpico francese, David Lappartient “un pò in ritardo” nelle consegne. Lo ha assicurato anche un alto funzionario francese all’AFP “alcune federazioni sono preoccupate”e che ha il Coq sportif “schiene non forti”.

Poi, il 3 giugno, l’annuncio della sospensione delle azioni di Airesis dalla Borsa svizzera a causa del ritardo nella pubblicazione dei risultati annuali del 2023 ha suscitato molte perplessità. Messa alle strette, la società ha deciso due giorni dopo di pubblicare una parte dei suoi conti annuali: questi registrano una perdita di 37 milioni di euro. rispetto ai 2 milioni dell’anno precedente e un fatturato sceso da 150 milioni a 121 milioni di franchi (-19%). Appena positivo nel 2022, il deficit operativo sta ora sprofondando in rosso, con perdite per 20 milioni di franchi.

Per spiegare le sue difficoltà, la direzione di Le Coq Sportif adduce la duplice scusa di un riposizionamento nel settore calzaturiero e di discussioni sul suo slancio internazionale. E lo racconta il proprietario della holding, l’imprenditore svizzero Marc-Henri Beausire Echi che non c’è “assolutamente nessun rischio di dichiarare immediatamente fallimento”. Il marchio promette che tutte le federazioni verranno consegnate prima dei Giochi.

“Fine delle consegne degli abiti”

Nuovo colpo di scena sabato 29 giugno: secondo l’informazione quotidiana Il gruppoche ha ottenuto la relazione finanziaria annuale di Airesis pubblicata il giorno prima, il comitato organizzatore dei Giochi Olimpici di Parigi (Cojo) ha prestato 2,9 milioni di euro a Le Coq sportif nel maggio 2024 per “finanziare la necessità di fondi […] specificatamente per la fornitura di abiti da competizione. Se l’obiettivo è ancora una volta quello“assicurare un livello sufficiente di flusso di cassa” al produttore di attrezzature per rifornire le squadre, l’annuncio è pessimo e mostra la necessità di nuovi fondi per evitare una catastrofe al momento delle consegne. Né Airesis, né il Ministero dello Sport, né Cojo hanno voluto fare un commento ufficiale su questo prestito.

Chiesto da Pubblicazione questo martedì 2 luglio, il presidente del Comitato Organizzatore, Tony Estanguet, ha voluto però rassicurare: “Continuiamo il nostro lavoro con tutti i nostri partner e siamo fiduciosi che tutti gli outfit verranno consegnati nei prossimi giorni”. Da parte sua, Airesis assicura che Le Coq sportif “sta già capitalizzando sui Giochi Olimpici e Paralimpici”, per cui “Fine delle consegne degli abiti”. L’azienda giura inoltre che le sue collezioni sono realizzate per l’evento “stanno già registrando vendite eccezionali”.

Le Coq sportif vuole sfruttare l’esposizione delle Olimpiadi come trampolino di lancio per l’export, mentre attualmente l’80-90% del suo fatturato è realizzato in Francia. L’azienda conta oggi 363 dipendenti, di cui 147 nello stabilimento di Romilly-sur-Seine, nell’Aube, dove parte della sua produzione è stata delocalizzata dopo l’acquisizione da parte di Airesis nel 2005.

Tuttavia, il fallimento non è un’opzione per l’azienda. Da quattro anni i suoi operai e modellisti lavorano al ritmo delle Olimpiadi. E la sua ambizione non si limita a Parigi, poiché Le Coq sportif vuole continuare a vestire le squadre dei Giochi francesi a lungo termine, come ha fatto ininterrottamente tra il 1912 e il 1972.

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