Griezmann: “Stai un po’ con noi, ci farà bene!”

Griezmann: “Stai un po’ con noi, ci farà bene!”
Griezmann: “Stai un po’ con noi, ci farà bene!”
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Thomas Siniecki, Media365, pubblicato lunedì 1 luglio 2024 alle 22:12.

Antoine Griezmann, vice-capitano dei Blues, invoca l’unione sacra dopo la difficile vittoria contro il Belgio (1-0).

Antoine, questa vittoria strappata alla fine è un fattore scatenante per il futuro?
Vedremo, il tempo lo dirà. Ma è bello, siamo molto felici e molto orgogliosi di essere ai quarti di finale, è tanta felicità. I belgi hanno giocato molto bene, mi sono piaciuti molto. Hanno lavorato insieme, in difesa e in attacco, mi hanno quasi impressionato. Eravamo ancora solidi. Sarà un percorso difficile fino alla fine, bisognerà lavorare. Per noi è stato complicato, alla fine il ritorno di Randal Kolo Muani ci ha permesso di fare la differenza. E’ molto bravo, in gran forma e fiducioso. E’ difficile, tutti vogliono giocare e siamo solo in undici. Ma la forza di questo gruppo è che chi entra è affamato e sempre pronto. Tanto meglio per noi.

Cosa ne pensi del gol e degli attaccanti?
A volte entra, a volte tiri 50.000 volte ed è impossibile… Noi ci siamo, abbiamo le occasioni ma ci manca l’ultima mossa. Devi mantenere la calma e mantenere la fiducia, poi tornerà. Il nostro gol è un tiro bloccato da un difensore, succederà… Sta a noi mantenere la calma, succederà.

Sei un po’ stanco che le persone ti parlino di efficacia? Siamo troppo duri?
Mi hanno detto che vinciamo solo 1-0, ma allora di cosa abbiamo bisogno, vincere 4-0 ogni giorno? State un po’ con noi, ci farà bene ai giocatori e allo staff! Non dobbiamo cercare la bestiola per creare dibattiti. Siamo insieme in Germania, dobbiamo farlo! Abbiamo bisogno anche di te (sorride).

“Non ho intenzione di provocare duelli e cross”

Come ti sei sentito in questa posizione?
È stato molto diverso, la mia ultima volta è stata da sinistra alla Real Sociedad, o magari in azzurro con Dimitri Payet a sinistra… Ho dovuto adattarmi, ho cercato di trovare la profondità, di chiamare, in asse anche per lasciare che Jules Koundé si schierasse. Avrei dovuto colpire due o tre volte, invece ho tirato uno-due. Non sono un’ala che provoca duelli e cross, sono mancino… L’allenatore mi ha detto di allontanarmi mentre qualche volta mi mettevo al centro, io ho giocato la mia partita così. Non importa dove gioco, darò sempre il 100%. Rivedendo la partita con calma, e ovviamente se continuiamo così, potrò vedere cosa posso migliorare su due o tre azioni.

Non è andata meglio nel secondo tempo?
No, mi sentivo bene. Fin dall’inizio sapevo cosa dovevo fare. Nel primo tempo abbiamo fatto la differenza due o tre volte con Koundé. Ho dovuto sbagliare qualche uno-due con Marcus Thuram, lui aspettava la palla tra i piedi e invece gliel’ho data attraverso il pallone.

Sei stanco di cambiare lavoro in questo modo?
No, il calcio è così, i giovani devono saper giocare quasi ovunque dopo essere usciti dal centro di allenamento, per poter talvolta ingannare l’avversario o creare una sorpresa. Sono sempre stato così versatile, volendo imparare tutto su ogni posizione.

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