Tour de France 2024 | Il trucco del giorno: Grandi guai, piccolo inganno

Tour de France 2024 | Il trucco del giorno: Grandi guai, piccolo inganno
Tour de France 2024 | Il trucco del giorno: Grandi guai, piccolo inganno
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Il fatto del giorno

Questo è un fatto così raro che non può essere nascosto. Solitamente la maglia gialla non cambia proprietario al termine di una tappa dal profilo piatto come una mano. A meno che, ovviamente, il leader della classifica generale non cada a terra o rimanga intrappolato in un cordolo. Questo lunedì, tuttavia, non è successo nulla di tutto ciò. A dire il vero non è successo nulla, o quasi, per 230 chilometri. Il gruppo faceva le fusa, i soliti candidati a questo tipo di fuga restavano ben nascosti, tutti erano molto annoiati. Ma, all’arrivo, Tadej Pogacar (EAU-Emirati) è stato licenziato.

Primo assoluto dal giorno prima, a Bologna, lo sloveno aveva dovuto restituire la sua preziosa casacca 24 ore dopo. Tuttavia, non è necessario preoccuparsi per lui. Già perché Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) ha preso il giallo solo nel gioco dell’accumulo di posti, poiché è classificato allo stesso tempo come “Pogi”. Il divario è quindi minimo, se non del tutto inesistente. Soprattutto bisognerebbe essere molto ingenui per pensare che questo cambio di gerarchia possa sconvolgere il vincitore uscente del Giro.

Richard Carapaz (EF Education-EasyPost), maglia gialla del Tour de France al termine della 3a tappa.

Credito: Getty Images

Rallentato dalla caduta in finale, il nativo di Komenda non ha faticato molto per salvare il suo primo posto, e per una buona ragione: l’interim concesso ora dall’ecuadoriano gli fa bene. Tocca a Carapaz assumersi gli obblighi mediatici inerenti al suo status di maglia gialla, tocca a lui arrivare più tardi dei compagni sul lettino dei massaggi. Toccherà anche alla sua squadra farsi carico della corsa di martedì, sulle infinite piste del Sestrières e del Galibier. Pogacar non è più in giallo, no, ma non bisogna lasciarsi ingannare. Quando arriverà il momento, farà ciò che è necessario per tornare in prima linea.

Il grande perdente

Senza dubbio era l’uomo più atteso della giornata. Vincitore di quattro tappe nel 2023, Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) aveva logicamente il segno sulla schiena quando si avvicinava al primo sprint massiccio dell’edizione 2024. Sfortunatamente per lui, il belga è stato sfortunato in finale. Prima ha perso Mathieu van der Poel a causa di un problema tecnico poi, pochi chilometri più avanti, è stato una delle vittime della caduta che ha disorganizzato il gruppo. C’è da scommettere che il pupillo dei fratelli Roodhooft farà di tutto per prendersi la sua rivincita mercoledì, a Saint-Vulbas.

Foto del giorno

La loro fuga fu di breve durata. Maglia verde sulle spalle, Jonas Abrahamsen si è ritrovato presto in prima linea questo lunedì, accompagnato dal compagno di squadra Johannes Kulset. I due amici di Uno-X stavano per fare un lungo duetto? Niente affatto: tutti e due si sono rialzati del tutto dopo pochi chilometri, arrivando addirittura a smontare per aspettare il gruppo. E peccato per chi sperava che la giornata fosse animata da una fuga a distanza.

Solo una pausa per il bagno? No, la fuga attende il gruppo

Ci piaceva

Vittoria autorevole di Biniam Girmay (Intermarché-Wanty). In un finale acceso, l’eritreo è stato in grado di manovrare abilmente ed esprimere la sua velocità per regolare la concorrenza. Un corridore di questo livello meritava di alzare le braccia sulla Grande Boucle. Ora è fatto.

“Questo è il nostro momento”: commosso fino alle lacrime, Girmay cerca le sue parole

Il tentativo di Fabien Grellier (TotalEnergies), staccatosi dal gruppo a 66 chilometri dal traguardo. Il vandeano non ha mai avuto l’ombra di una possibilità di vittoria di tappa, dal momento che non ha mai superato i 50 secondi di anticipo ed è stato infatti inghiottito ben prima della corsa finale. Ma la sua fuga gli ha almeno permesso di vincere il premio della combattività. E, anche, per far uscire gli spettatori dalla noia profonda.

Non ci è piaciuto

Certamente, le lunghe tappe pianeggianti del Tour de France raramente sono le più emozionanti. In generale, comunque, queste giornate sono animate dal tradizionale gioco del gatto col topo tra il gruppo e la fuga. Purtroppo questo lunedì non c’è stato nulla di tutto ciò, solo una lunga processione di 230 km conclusasi con uno sprint imponente. L’unico momento, in definitiva, che merita di non essere dimenticato.

Nessun sorpasso a tre per il clan francese, che aveva vinto le due tappe disputate nel fine settimana. Ovviamente non c’è nulla di scandaloso in questo. Ci dispiace solo che le grosse cosce tricolori non siano riuscite a prendere parte davvero allo scontro finale.

Una caduta ha assottigliato il gruppo, Girmay ha risolto il problema come un boss

La dichiarazione: Richard Carapaz

È una sorpresa per tutti noi. Già da domenica è vero che ne abbiamo parlato tanto tra di noi, avevamo la sensazione che potevamo puntare a questa maglia gialla. Era pericoloso essere davanti in finale, ma abbiamo corso il rischio. Sono molto contento.

Allo stato: 25

Richard Carapaz diventa il 25esimo corridore della storia ad aver indossato la maglia di leader della classifica generale in ciascuno dei tre grandi giri, unendosi in particolare a Primoz Roglic, Chris Froome e Vincenzo Nibali.

Solo per sapere

Apparso nervoso durante la tappa, assente dai dibattiti nel finale: riuscirà davvero Mark Cavendish ad entrare nel suo Tour?

Due ruote cambiate e un Cavendish arrabbiato

In che misura la squadra EF Education-EasyPost, composta essenzialmente da cacciatori di tappe, riuscirà a difendere la maglia gialla di Carapaz?

Come sta Alexis Renard, mandato a terra – suo malgrado, ovviamente – dal compagno di squadra Bryan Coquard?

Coquard ha “commosso” Renard, suo compagno di squadra: “Mi fa incazzare…”

Sondaggio

La maglia gialla cambierà nuovamente spalla al termine della 4a tappa?

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