Top 14 – “Superpredator”: l’editoriale dopo la vittoria in finale del Tolosa

Top 14 – “Superpredator”: l’editoriale dopo la vittoria in finale del Tolosa
Top 14 – “Superpredator”: l’editoriale dopo la vittoria in finale del Tolosa
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L’editoriale di lunedì 1 luglio 2024, dopo la vittoria dello Stade Toulouse contro il Bordeaux-Bègles nella finale dei Top 14.

E pensare che in questo inizio di stagione le carte andavano redistribuite per il legittimo motivo della lunghissima assenza dei Nazionali. Nella classifica dei Top 14, lo Stade Toulouse mangerà il suo pane nero – ancor più di tutti gli altri – pagando il suo dovuto alla grande causa nazionale guidata da Fabien Galthié.

Con una delle principali favorite buttata a terra dal Mondiale, c’è tutta la competizione che immaginavamo ai vertici quando il campionato è diventato ipercompetitivo e incerto fino alla fine, invece del tradizionale livellamento al ribasso operato durante gli anni del “Mondial”.

Il resto, come avrete visto, sarebbe sorprendentemente classico. Con il Tolosa quasi imbattibile nella fase finale ad aggrapparsi alle vette. Con gli altri dietro. La logica dell’intera stagione è andata in frantumi durante questa folle finale vissuta a Marsiglia, venerdì sera, dove il Rouge et Noir ha fatto esplodere tutti i consueti standard, riportando l’UBB e la sua linea di tre quarti a 5 stelle al rango di tirapiedi.

E se dobbiamo certamente ridimensionare l’entità di questo punteggio storico (59-3), per attutire il colpo – questi bordolesi non meritano una simile umiliazione – e il divario che separa le due squadre, resta comunque una prova implacabile: questo stadio del Tolosa è fuori dalla norma, un prototipo mai visto prima ad un tale livello di eccellenza, maestria e rinnovata voglia. Contano fino a 23 i Brennus Shields vinti dai Rouge et Noir, con la terza doppietta dalla creazione della Coppa dei Campioni nel 1996. Per la generazione Dupont si tratta di un quinto titolo e già di una “doppia-doppia”.

Non danneggeremo la concorrenza ponendo il club Ville Rose al vertice della catena alimentare del rugby club, come un super predatore che si nutre di tutto lasciando poche briciole agli avversari. Ultimo esempio con questa stagione che, torniamo al punto, sarebbe dovuta sfuggirgli ma che, a ben guardare, alla fine è diventata il motore di una motivazione confusa. Innanzitutto per i giocatori: dopo il fallimento nei quarti di finale del Mondiale 2023, hanno trovato in questa doppietta di Coppa dei Campioni-Top 14 l’occasione per lavare via la beffa e entrare nella storia. Poi, per il club: è stato in grado di trasformarsi per affrontare i nuovi vincoli di selezione dei club e la concorrenza sempre crescente. Di conseguenza, lo Stadio impone un modello a un ritmo difficile da seguire se la sua economia dovesse recuperare terreno in termini di infrastrutture.

La domanda resta: questo Stadio è il più forte di tutti? In altre parole, il mito è diventato realtà? Il futuro giudicherà la sua potenza nel tempo e la sua capacità di adattamento quando sarà necessario farsi carico dell’eredità lasciata da questa generazione Lacroix-Mola-Dupont oggi intoccabile.

Una cosa è certa, come le grandi Lourdes e Béziers dell’epoca, come l’armata Rouge et Noir degli anni ’90, questo stadio di Tolosa influenza notevolmente la sua epoca. Adesso detta le sue convinzioni e suscita tanta ammirazione quanto gelosia… Questi motori formidabili per tutta la concorrenza. Che non si stanchi mai e, al contrario, si incoraggi! Una telenovela di cui conosciamo il finale dal primo episodio sarebbe, senza dubbio, di cattivo auspicio per la nostra Top 14.

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