Il primo round della French Apnea Cup si è svolto questa domenica, 24 novembre 2024 a Reims, nella Marna. L’opportunità, per i quaranta partecipanti, di misurarsi in questa disciplina spesso poco conosciuta.
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Smettere di respirare il più a lungo possibile. Questo è il principio dell’apnea. Ma ascoltare i partecipanti alla Coppa francese di apnea, la cui prova si è svolta domenica 24 novembre presso la Sport Station UCPA di Reims (Marna), è molto più di questo.
“È tutta una filosofia. È un tuffo dentro di noi. Non giudichiamo, osserviamo. È davvero un bellissimo elemento e un ottimo momento”spiega Maxime de Luca alla nostra giornalista Eve Chenu. Ha iniziato ad immergersi in apnea molto giovane, entrando a far parte di un club all’età di 12 anni.
Questo Rémois, titolare della licenza Reims Palmes Apnée, che ha organizzato l’evento di questa domenica, dice di trovarsi in apnea “rilassamento, pacificazione, conoscenza di sé”.
È uno sport molto contraddittorio. Avremo dei crampi ma cercheremo di liberarci. Mettiamo il nostro corpo in contraddizione, quindi dobbiamo cercare di avere una buona armonia.
Maxime de Luca, apneista
Nelle piscine i partecipanti effettuano diverse prove: apnea statica, ma anche apnea dinamica. Bisogna poi percorrere la maggior lunghezza possibile nelle piscine, con le pinne poi senza, senza prendere fiato. L’ultimo evento è diverso, è uno sprint, in cui i partecipanti devono completare 50 metri due volte più velocemente possibile.
Tutto viene svolto sotto stretta supervisione. “A livello agonistico avremo giudici che valuteranno le prestazioni e apneisti in sicurezza che seguiranno sempre l’apneista nella sua prestazione, appena sopra di lui”rassicura Gwendal Kervern, presidente della commissione regionale di apnea del Grand Est.
Daphné Michelet aveva molti preconcetti sull’apnea. “Ho pensato che fosse davvero strano mettere la testa sott’acqua e rimanere fermi senza respirare.” Lei però si è gettata in apnea profonda, dopo aver attraversato periodi difficili, come ci racconta. “Era una fonte di benessere”.
Impariamo a conoscere meglio noi stessi, spingendo sempre un po’ più in là i nostri limiti.
Daphné Michelet, apneista
Questa domenica ha superato i 4 minuti e 30 secondi in apnea statica, e ha raggiunto la distanza di 100 metri in apnea dinamica. Una soddisfazione per chi non sentiva particolare attrazione per la competizione.
Domenica a Reims corrisponde al primo turno stagionale di Coppa di Francia. “Gli atleti accumuleranno punti in base alle prestazioni che otterranno in statica e dinamica”spiega Gwendal Kervern. A fine stagione verrà stilata una classifica tenendo conto dei loro due migliori gironi.
È uno sport che rappresenta un buon equilibrio tra un po’ di fisicità, molta tecnica e molta mentalità.
Resistere al bisogno vitale di respirare non è facile. “Nella prima parte ci sentiamo molto bene, descrive Thomas Gandon, uno dei partecipanti. È piacevole, siamo rilassati, pensiamo al nostro movimento e curiamo il gesto risparmiando quanta più energia possibile. Poi, quando arrivi a metà strada, senti che i polmoni ti diventano duri. Ma il punto è superare con successo questa fase, lottare contro la voglia di respirare e superare se stessi, come in ogni sport.”
Questa disciplina molto particolare attira sempre più persone. Il numero dei licenziatari è passato in quindici anni da 5.000 a quasi 30.000.