Truffatori all’ASSE? Bossis avverte i Verdi

Truffatori all’ASSE? Bossis avverte i Verdi
Truffatori all’ASSE? Bossis avverte i Verdi
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L’ASSE è stata acquistata a fine stagione. I Verdi sono passati sotto la bandiera canadese, unendosi alla lunga lista di club francesi in mano a investitori stranieri. Un vantaggio o un rischio? Maxime Bossis resta dubbioso.

L’AS Saint-Etienne diventerà ancora una volta una roccaforte del calcio francese? Appena tornato dalla Ligue 2, il club del Saint-Etienne arriva in Ligue 1 con ambizioni. Infatti, è stato acquistato dal fondo di investimento canadese Kilmer Sports Venture dalle mani del miliardario Larry Tanenbaum. Quest’ultima è nota per la sua solidità finanziaria e la sua serietà nel mondo dello sport. In realtà possiede numerose franchigie sportive in Canada. Abbastanza per far sognare in grande i tifosi del Saint-Etienne quando Tanenbaum è arrivato con il sudafricano Ivan Gazidis, che in precedenza ha giocato con Arsenal e Milan.

Bossis resta cauto nei confronti dell’ASSE

In mezzo all’entusiasmo diffuso, una voce esprime un po’ di cautela. È quello di Maxime Bossis, ex grande difensore del Nantes. Spesso associato alle Canarie, il grande Max ha vissuto l’ASSE nel 1996. All’epoca, è stato nominato allenatore ad interim del club del Saint-Etienne e ha vissuto un passaggio di proprietà tra i Verdi. Il quotidiano regionale Le Progrès ha approfittato della sua esperienza per interrogarlo sull’acquisizione del Saint-Etienne nel 2024. Ancora traumatizzato dall’attuale battuta d’arresto di Bordeaux, attende le prime azioni concrete da Kilmer Sports all’ASSE.

« Ciò è in linea con quanto sta accadendo nei club francesi con molti investitori stranieri. Con il vantaggio a volte di iniettare soldi e di avere una squadra competitiva, ma anche il pericolo di andarsene con la stessa rapidità con cui è arrivata. Il Bordeaux ne ha avuto l’amara esperienza. Spero che vada bene per gli Stéphanois “, ha analizzato. Sulla carta, visto il profilo degli iscritti al Saint-Etienne, i timori sono molto inferiori a quelli che circondavano Gérard Lopez e prima di lui King Street a Bordeaux.

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