“Gamba anteriore, gamba posteriore e schiena in posizione di guardia!” » Di fronte a un quartetto di giovani pugili, Mohamed Souane getta le basi della boxe tailandese al club Noros, un elegante palazzetto degli sport da combattimento aperto in un ex magazzino nel quartiere Terres-Neuves di Bègles, dall’inizio dell’anno scolastico, sotto la guida di Greg Gothelf , ha detto Greggot. All’interno di una grande squadra, l’insegnante di boxe thailandese, o “muay-thai”, può coltivare la discrezione, ma il suo profilo non passa inosservato: è il ragazzino del quartiere, diventato campione del mondo della categoria sotto i 70 chili nel 2015 e il 2018. A 29 anni è tornato in Gironda e ha deciso di fare un nuovo passo.
“Stavo cercando un buon allenatore di boxe thailandese. Tutto è pronto per realizzarlo”, elogia Greggot, la cui stanza conta già 200 membri, adulti e bambini. Base ideale per Mohamed Souane cresciuto nella città di Yves-Farges, prima del rinnovamento urbano del quartiere. Dopo una deviazione attraverso il calcio, si avvicina solo tardi alla disciplina che cambierà il corso della sua vita: “All’età di 15-16 anni mi sono appassionato alla boxe. » Prima inglese, poi tailandese. “E non mi sono arreso. “Ecco ciò di cui avevo bisogno per concentrarmi”, sussurra.
32 vittorie
È entrato a far parte dell’Impacts 33, il club multi-boxe di Bordeaux, fucina di campioni di boxe thailandese. Appena maggiorenne, Mohamed Souane è stato inviato in Thailandia per uno stage a Patong. Ambiente idilliaco, ma apprendimento quotidiano, al ritmo di “tre allenamenti al giorno”, per un anno. Tornato in Francia, tesserato in un club della regione parigina, ha combattuto in tutto il mondo e, soprattutto, ha vinto le sue due cinture d’oro mondiali a Bangkok. “Molte persone dicono che ci sono molti campionati del mondo, ma questi tornei sono stati organizzati dalla grande organizzazione di combattimento muay-thai. »
45 incontri dopo, comprese 32 vittorie, è tempo di fare il punto per Mohamed Souane. “Ero il numero 1 quando ho smesso…” Non ha annunciato il ritiro, si definisce ancora un “pugile-allenatore” sul suo profilo Instagram recentemente resettato e, se non è molto assiduo sui social, dice di ricevere “abbastanza qualche messaggio” sul futuro che intende dare alla sua carriera.
” Trasmissione “
Ma, dopo la sequenza del congedo sabbatico e del confino, si ritrova a una svolta il giovane, lui che voleva solo “lavorare” e viaggiare “a destra e a manca”. Ha conseguito il diploma di istruttore sportivo e, con l’aiuto della paternità – ha un figlio di un anno – aspira a sistemarsi. “Mi sono preso il tempo per allenarmi, per mettermi in discussione”, continua. Il quasi trentenne ha oggi voglia di “trasmissione”, la sua parola chiave, soprattutto ai margini del quartiere prioritario Terres-Neuves.
Ma, in un momento in cui le MMA, questo sport di combattimento a mani nude, stanno vivendo una crescita senza precedenti, c’è ancora spazio per la boxe thailandese? “Ho fiducia nell’autenticità di questa arte marziale” che richiede braccia e gambe. E che, per inciso, offre alle MMA i suoi elementi migliori.