È l’ultima di una lista che comprende diversi grandi nomi di questo sport. A 40 anni, Lindsey Vonn ha scelto di rimettersi gli sci per tentare un pubblicizzatissimo ritorno. Perché adesso a 40 anni e a quale scopo? Che il talento non si perde e che la leggenda dello sci riesce sempre a stupire i giovani? Questi ritorni infiniti riflettono meno la tendenza di un periodo che una moda che sopportiamo.
Non passa mese, quindi, senza che un ex campione decida di lasciare il ritiro, spesso in maniera molto teatrale, spesso seminando qualche sasso destinato ad allertare il pianeta dello sport su quanto sta accadendo. Wow, fantastico…
Sentono tutti in questo momento della loro esistenza un vuoto esistenziale da colmare? Possiamo immaginarlo. Perché non si passa impunemente dalla luce galvanizzante alle tenebre.
Dovremmo vedere in questo il desiderio di dimostrare che non siamo ancora così “finiti” come ci è stato detto? Oppure non sarebbe meglio esistere agli occhi degli sponsor che devono continuare ad attrarre per far funzionare il bancomat? Tutto questo puzza troppo di soldi per essere sincero…
Come tutti i ritorni, anche quello di Lindsey Vonn non ci interessa. O meglio, lo troviamo patetico come tutti i precedenti. Da Björn Borg a Michael Jordan, da Katarina Witt a Mike Tyson, da Michael Phelps a Marcel Hirscher, tutti hanno scritto la storia del proprio sport prima di tentare un giorno improbabili rimonte, talvolta coronate dal successo. Ma tornare significa infrangere ogni volta il mito che si erano costruiti, distruggere la leggenda in cui il passato li aveva imprigionati per sempre. Sulla difficoltà di essere di nuovo dopo essere stati…
Allo spettacolo di questi indegni fantasmi preferiamo mille volte la tenacia di uno Stan Wawrinka, spinto, a 39 anni, da un intatto amore per il gioco, una passione per il tennis che lo ha nutrito – e anche, non lasciamoci ingannare , la necessità di trattenere alcuni sponsor. Nel caso del fuoriclasse vodese, interrompere la carriera rappresenterebbe la morte di una vita che ancora ama tanto, o addirittura una prima piccola morte vera e propria.
Inevitabilmente, l’atteso ritorno di Lindsey Vonn ci fa pensare a sua maestà Roger Federer, la cui assenza tutti potranno facilmente misurare dalle emozioni che ci ha permesso di condividere durante il suo regno.
A più di due anni dalla fine della carriera in seguito alla doppia sconfitta al fianco di Nadal, in molti sognano il ritorno del maestro, un’ipotetica rimonta che vedrebbe “Rodger” deliziare il pubblico conquistato dall’eleganza del suo gioco indimenticabile. Dopotutto, i progressi della medicina alla fine gli daranno le ginocchia di un ragazzino di 20 anni, giusto?
Ma tutto ciò sarebbe ragionevole? Per quanto ci riguarda Federer deve rimanere quello che è nella sua leggenda. Il maestro è molto più vivo nei nostri ricordi di quanto potrebbe interpretare i fantasmi. Facciamo in modo che ciò non accada, che rimanga per sempre sul trono solitario dell’Olimpo. Fortunatamente, probabilmente possiamo contare sulla stessa RF per proteggerci da un ritorno che ucciderebbe il mito.