Infatti, secondo l’Osservatorio Nazionale dell’Attività Fisica e dello Stile di Vita Sedentario (ONAPS), il 66% dei ragazzi e l’80% delle ragazze di età compresa tra 11 e 14 anni non soddisfano le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Per rispondere a questa esigenza, il governo ha sperimentato per due anni in 700 università il programma “due ore di sport in più alla settimana”.
Si tratta, oltre all’Educazione Fisica e Sportiva (PES), di incentivare, attraverso una nuova offerta, la pratica dell’attività fisica regolare per gli studenti delle scuole medie che non sono iscritti né ad un club né all’associazione scuola con particolare attenzione alle giovani ragazze e giovani con disabilità, al fine di contribuire al miglioramento del loro benessere e della loro salute fisica e mentale.
Questo esperimento ha evidenziato punti di forza, ma anche punti deboli nella distribuzione che dovrebbero essere valutati prima di procedere con il processo. L’attenzione del sistema alle reti educative prioritarie fin dall’inizio dell’anno scolastico è un obiettivo pragmatico che si rivolge alle popolazioni che ne hanno più bisogno, perché vivono in aree urbane o rurali dove il tasso di licenza è più basso.
Più di 570.000 studenti delle scuole medie possono ora beneficiare di questo programma, rispetto ai 35.000 studenti delle scuole medie durante l’esperimento.
Questa rifocalizzazione, accompagnata da una semplificazione per i capi di istituto, dovrebbe consentire di consolidare le modalità di attuazione con i college, gli eletti e i club.
La comunità educativa, in particolare gli insegnanti di educazione fisica, è posta al centro del sistema per sviluppare il piano educativo più adatto alle esigenze degli studenti in base al contesto locale e in collaborazione con il movimento e le comunità sportive.
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