La Vendée Globe partirà domenica da Les Sables-d’Olonne con tre svizzeri al via. Justine Mettraux e Alan Roura non fanno parte della ristretta cerchia dei favoriti, e una top-10 costituirebbe già un grande successo.
Quaranta marinai – 6 donne e 34 uomini – stanno affrontando questo viaggio intorno al mondo in solitaria e senza scalo. Tra questi, tre svizzeri: Alan Roura, Justine Mettraux e Oliver Heer. Se quest’ultimo, il primo svizzero tedesco a partecipare al Vendée Globe, cercherà soprattutto di completare l’Everest dei mari, gli altri due potranno vantare un buon piazzamento… se riusciranno a evitare le insidie.
I due ginevrini non hanno una barca di ultima generazione. I loro rispettivi monoscafi – TeamWork e Hublot – sono già stati messi alla prova durante l’ultimo Vendée Globe quando erano capitanati da altri velisti, ma non necessariamente dispongono degli ultimi progressi tecnologici.
“Il coltello tra i denti”
“L’obiettivo è giocare nel giusto gruppo con le barche della mia generazione, o anche quelle più recenti”scivola Roura, che ha ospitato Keystone-ATS all’inizio di ottobre a Lorient. “In effetti, a prescindere dalla classifica, l’obiettivo è davvero quello di tirare fuori il meglio dall’uomo e dalla barca e, ovviamente, divertirsi”.
A “soli” 31 anni, Alan Roura partecipa già al suo terzo Vendée Globe e cercherà di fare meglio del 17° posto ottenuto nella scorsa edizione. “La Vandea 2020/21 è stata dura da accettare, ora me ne vado con il coltello tra i denti”dice colui che ha avuto numerosi problemi tecnici.
Le differenze con i migliori monoscafi alla partenza non dovrebbero essere enormi, ma comunque sufficienti per dare ai principali favoriti un vantaggio sulla concorrenza. Negli ultimi anni lo scafo Imoca, lungo 18 metri, è stato ulteriormente ottimizzato ed è aumentato il numero dei foil. Queste imbarcazioni di ultima generazione possono tuttavia essere soggette a guasti. Da vedere se Alan Roura e Justine Mettraux riusciranno ad approfittarne per restare nel gruppo.
La prima di Mettraux
“Una top-10 sarebbe soddisfacente Ma è difficile anticipare tutto, anche se fossimo riusciti a prepararci bene”respira la 38enne ginevrina, che parteciperà al suo primo Vendée Globe. “Ci sono barche nuove di cui non siamo a conoscenza, ovviamente c’è molta concorrenza e ovviamente ci sono gli imponderabili”ricorda Justine Mettraux, intervenuta a Keystone-ATS in agosto.
Lo skipper, che ha avuto modo di mettere alla prova il suo TeamWork durante l’ultima Transat Jacques Vabre nel 2023 (6° in duo con il francese Julien Villon), si sta preparando a tutte le eventualità. “È difficile pianificare una Vandea, ci sono tanti rischi. Sappiamo che non tutti i velisti finiranno la regata, forse per me sarà così. Dobbiamo ammettere che l’abbandono può sempre accadere. Partiamo per due mesi e mezzo, non due settimane come siamo abituati.”sbottò.
ats/bao
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