RASSEGNA STAMPA – La tregua tra lo Stato ebraico e Hezbollah, in vigore da mercoledì, deve sospendere il conflitto che ha costretto decine di migliaia di persone in Israele e centinaia di migliaia di altre in Libano ad abbandonare le proprie case.
Nella città costiera mediterranea di Sidone, nel sud del Libano, “migliaia di persone stanno tornando a casa”riferisce questo mercoledì 27 novembre Al-Jazeera inglese. “Alcuni sventolano il segno della “vittoria”, perché per molti il ritorno a casa è di per sé una vittoria (…) Un sentimento di sollievo regna in tutto il Paese”osserva il giornalista della versione inglese del canale panarabo. Chi tempera: “L’ottimismo rimane cauto… perché la gente ha paura che questa sarà ancora una tregua molto fragile”.
L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah firmato martedì sera è entrato in vigore questo mercoledì dopo più di un anno di combattimenti transfrontalieri e due mesi di guerra aperta tra lo Stato ebraico e la milizia sciita sostenuta dall’Iran. Secondo le autorità libanesi, dall’ottobre 2023 in Libano sono state uccise in totale almeno 3.823 persone. Secondo l’ONU, le ostilità hanno causato lo sfollamento di circa 900.000 persone. Da parte israeliana, 82 soldati e 47 civili sono stati uccisi in 13 mesi negli scontri con Hezbollah, dicono le autorità.
“Preferirei che continuassimo a lottare”
Gli stessi timori sono condivisi dall’altra parte del confine, anticipa il suo editoriale Il Poste di Gerusalemme. “Per gli abitanti del Nord [d’Israël]questo accordo sembra troppo familiare. Hanno già visto accordi di questo tipo in precedenza, ma hanno visto Hezbollah rafforzarsi (…) Chiedere loro di fidarsi di un’altra promessa diplomatica richiede più delle semplici parole. Ciò richiede azioni concrete e un impegno costante per la loro sicurezza. La sfida di Israele è dimostrare che questo accordo non è l’ennesima promessa vuota.esorta il quotidiano.
IL Tempi di Israele dà voce a questi israeliani divisi che hanno dovuto evacuare le città di confine del Libano: sono circa 60.000. Il sito d’informazione racconta la storia di Miro Vahknin, proprietario di un salone di bellezza a Nahariya di giorno, membro della squadra d’intervento del suo kibbutz di notte e accanito oppositore del cessate il fuoco. “Nonostante le difficoltà nella mia vita personale, preferirei che continuassimo a combattere e ad accettare un cessate il fuoco solo quando avremo veramente il controllo della situazione”. In un’altra località una coppia dichiara di esserlo “per un cessate il fuoco perché credo che i problemi debbano essere risolti con l’accordo e non con la forza”.
“Grande vittoria per la Casa Bianca”
L’accordo negoziato prevede in particolare un periodo di sessanta giorni durante i quali l’IDF dovrà ritirarsi dal Libano meridionale, l’esercito del Paese dei Cedri dovrà schierarsi nelle zone di confine e Hezbollah spostare le sue armi pesanti a nord del fiume Litani. Questa tregua, analizzano i media americani Politico, “è una vittoria importante per la Casa Bianca, che ha cercato di concludere una distensione con Hezbollah nelle ultime settimane della presidenza di Joe Biden”.
Ora negli Stati Uniti si pongono domande a riguardo New York Times, “La questione è se questo cessate il fuoco annunciato [par le président américain] sarà la conclusione dei suoi sforzi diplomatici in Medio Oriente o un trampolino di lancio verso accordi più radicali che potrebbero finalmente porre fine alla devastante guerra a Gaza e potenzialmente anche aprire la strada a una più ampia trasformazione regionale.. “55 giorni prima della fine del suo mandato, Joe Biden si lancia in una corsa contro il tempo. “Preferirebbe essere ricordato come il presidente che ha avviato il Medio Oriente verso una soluzione duratura di animosità di lunga data piuttosto che come colui che ha lasciato un disastro al suo successore”.continua il quotidiano.
“Tutte queste ceneri devono essere riciclate urgentemente”
Nel suo editoriale, L’Oriente-Il giorno esorta Hezbollah a farlo “dimostrati più libanese che persiano”. «Lo deve a tutti noi e non solo alla comunità sciita, particolarmente colpita dalle sue pessime scommesse e praticamente abbandonata. Allo stesso modo, gli altri componenti sono tenuti a lavorare in modo intelligente per mettere insieme un puzzle libanese che è stato interrotto dalle interferenze straniere. Tutte queste morti non devono essere avvenute invano. Tutte queste ceneri lasciate dai piromani devono essere urgentemente riciclate, trasformate in cemento. Stato da ricostruire cerca disperatamente statisti”si legge sulla prima pagina del quotidiano franco-libanese.
E per citare il governo libanese, semplice “staffetta tra il mediatore americano e la milizia sciita”Chi “accetterà oggi un cessate il fuoco che metta fine ad una guerra che non ha mai dichiarato, né desiderato”. Un accordo che non ha “non negoziato veramente, pienamente e sovranamente”.
Problema fondamentale
In Spagna, Il Paese ritiene che il “Il cessate il fuoco non risolve il problema di fondo” e quello“in assenza di una soluzione per i palestinesi, resta il rischio di una nuova guerra”. “La cessazione delle ostilità è sempre una buona notizia, ma il cessate il fuoco tra Israele e Libano rappresenta la fine della guerra?”si chiede il quotidiano madrileno.
Nell’edizione del mercoledì, il quotidiano inglese I tempi notare che “I diplomatici occidentali e gran parte del Medio Oriente lo sperano [l’accord] segnerà un allentamento delle tensioni regionali dopo mesi di crescente violenza che includevano l’assassinio di leader di Hezbollah e Hamas e uno scontro diretto con l’Iran..