“Lacune di credibilità”
La presenza di questa malattia emorragica ereditaria, capace di alterare la coagulazione del sangue, fu subito contestata, con il certificato medico che riportava quindici lesioni sul corpo della giovane. Nella sua richiesta di liberazione dei due giocatori, fino ad allora trattenuti insieme in casa, la Procura di Mendoza ha criticato la denunciante in particolare per non aver dichiarato spontaneamente di soffrire di questa malattia. Ha poi ammesso di essere colpita, allo stadio 1, quello più leggero.
Anche se la Procura di Mendoza sembra aver ripreso l’esito del procedimento, sottolineando la “fragilità” delle dichiarazioni del denunciante, questo documento medico finale potrebbe rilanciare l’indagine? Certamente l’esistenza di tale patologia, atta a “favorire la contusione”, è apparsa come elemento a discarico nel ragionamento dell’accusa. Ma non costituisce l’unico argomento della Procura che rileva “contraddizioni” nel discorso della denunciante, basandosi sulle immagini della videosorveglianza o sui messaggi vocali inviati dalla giovane il giorno successivo ai fatti. Qualche settimana fa, un esperto psichiatrico a sua volta ha sottolineato nel suo discorso “lacune di credibilità e validità”. Denunciando “i notevoli maltrattamenti” subiti dalla loro cliente, gli avvocati della ricorrente hanno prodotto una seconda opinione privata che, al contrario, sottolinea la “credibilità” della sua storia.
