Rafael Nadal, il gladiatore sulla terra battuta, annuncia il suo ritiro

Rafael Nadal, il gladiatore sulla terra battuta, annuncia il suo ritiro
Rafael Nadal, il gladiatore sulla terra battuta, annuncia il suo ritiro
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La saga non era ancora finita quando Rafael Nadal era già immortale. Nel maggio 2021, tre anni prima della fine della sua carriera, ufficializzata giovedì 10 ottobre, all’età di 38 anni, lo spagnolo ha inaugurato sulla piazza antistante il Roland-Garros una scultura, realizzata dal connazionale Jordi Díez Fernandez, che fissa in acciaio il suo leggendario diritto “lazo”. D’ora in poi fissa per l’eternità una cifra assurda, andando oltre i confini del solo tennis: quattordici incoronazioni – tra il 2005 e il 2022 –, relegando lontano nei ricordi l’impassibile svedese Björn Borg, i cui sei titoli sembravano a lungo fuori portata.

“Sono qui per dirvi che lascio il tennis professionistico”ha dichiarato Nadal in un video postato sul suo account X. Metterà infatti via le racchette dopo la finale di Coppa Davis contro la Spagna, in programma dal 19 al 24 novembre a Malaga.

Il Roland-Garros resterà il simbolo della monarchia (quasi) assoluta di Rafael Nadal sulla terra, il suo regno. Anche se la supremazia territoriale di questo giocatore – cresciuto, per ironia della sorte, in riva al mare – si estendeva ben oltre la capitale francese. Su questo piano la legge maiorchina è stata spietata. La potenza devastante del suo sollevamento, questa capacità di ruotare in avanti, faceva schizzare eccessivamente la palla. La sua innata conoscenza dello scivolamento non aveva eguali.

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Per l’avversario, stordito dalla velocità infernale del mancino, l’esito era quasi sempre fatale. “Giocare contro Nadal è un’esperienza brutale. Ad ogni pallone l’intensità è massima, non c’entra nessuno, è un mostro”ha riassunto Richard Gasquet, nel 2021. Nato a due settimane di distanza, il Biterrois è ben posizionato per saperlo: in diciotto confronti nel circuito professionistico, non è mai riuscito a batterlo.

Per molto tempo una parte del pubblico lo vide solo come un toro che galoppava come un matto dietro ogni pallone. Colpa anche del suo fornitore, che nei primi anni lo aveva travestito da pirata con pantaloni corti, una canottiera che metteva in mostra i suoi bicipiti gonfi e una bandana che domava i suoi riccioli nerissimi. Ma la cosa più sconcertante di Nadal è che la sua rabbia e la sua aggressività in campo erano inversamente proporzionali alla sua natura fuori dal campo, educato e riservato fino all’eccesso.

Tra l’inizio del suo regno parigino nel 2005, dalla sua prima partecipazione, e la sua fine diciannove anni dopo, ha lasciato solo quattro uomini – Roger Federer, Stan Wawrinka, Novak Djokovic e il suo giovane connazionale Carlos Alcaraz – a conquistare la Coppa dei Moschettieri. Sulla “sua” terra battuta lo spagnolo conta 112 successi per quattro sconfitte (e un ritiro per infortunio nel 2016 al terzo turno), ovvero il 96,4% di vittorie.

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