Fatti vari – L’indagine sul riciclaggio di frode fiscale nei confronti di Bernard Laporte, Jean-Pierre Rives e Denis Charvet si è chiusa senza ulteriori azioni

Fatti vari – L’indagine sul riciclaggio di frode fiscale nei confronti di Bernard Laporte, Jean-Pierre Rives e Denis Charvet si è chiusa senza ulteriori azioni
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La Procura nazionale delle finanze ha annunciato mercoledì 24 aprile che l’inchiesta contro l’ex presidente della FFR e i due ex nazionali francesi è stata chiusa.

Nel gennaio 2023, Bernard Laporte, allora presidente della FFR, Jean-Pierre Rives e Denis Charvet era stato messo in custodia di polizia per riciclaggio di frode fiscale aggravata. Questo caso è stato licenziatoha affermato mercoledì 24 aprile la Procura finanziaria nazionale. Questa sentenza è stata registrata lo scorso 21 marzo perché “nessun reato può essere qualificato”.

Nel settembre 2020 è stata aperta un’indagine preliminare, le cui indagini sono state affidate al Servizio giudiziario di investigazione finanziaria (SEJF). Il motivo: le condizioni alle quali Jean-Pierre Rives è entrato, tramite una società intermediaria, nel capitale della società CLR Holding che gestisce il casinò di Saint-Julien-en-Genevois in Alta Savoia, stabilimento di proprietà anche di… Bernard Laporte e Denis Charvet. Innanzitutto la giustizia sospettava che una cospicua donazione all’ex terza linea fosse stata dichiarata prestito, non imponibile, per non essere imponibile. Le indagini hanno cercato anche di capire come questa somma possa essere stata successivamente investita dalla società. “Jean-Pierre Rives ha beneficiato di una donazione di 3 milioni di euro nel 2010 che gli ha permesso di partecipare a questa società, insieme a Bernard Laporte e Denis Charvet“, precisava mercoledì il PNF.

Rives ha regolarizzato la sua situazione

La Procura nazionale francese ha inoltre rivelato che, nel marzo 2023, Jean-Pierre Rives aveva regolarizzato la sua situazione e aveva dichiarato un “Donazione per conto proprio di 3 milioni di euro all’amministrazione finanziaria poi versato i relativi tributi di 1,8 milioni di euro”. Me Fanny Colin, l’avvocato di Bernard Laporte, si è detta soddisfatta dell’archiviazione dell’indagine e ha ricordato “l’importanza di rispettare il segreto dell’indagine, la cui violazione in questo caso ha portato alla copertura mediatica del fermo di polizia del signor Laporte, che si è rivelata ora ingiustificata, interferendo così con il voto allora in corso sulla governance dell’indagine la FFR”.

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