Aliou Cissé e i suoi sistemi ibridi: e se tornassimo alle origini?

Aliou Cissé e i suoi sistemi ibridi: e se tornassimo alle origini?
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Volendo cambiare sistema di gioco, in ogni partita o nel corso di una partita, Aliou Cissé sembra cercare invano il suo sistema preferito. Come le due partite dell’Amiens. Il tecnico dei Lions ha però spesso elogiato il suo sistema preferito: il 4-3-3. E se “El Tactico” facesse un “ritorno in zona”!

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Il Senegal è tornato da Amiens con due vittorie dopo le due amichevoli contro Gabon (3-0) e Benin (1-0). Risultato positivo per gli uomini di Aliou Cissé che hanno segnato quattro gol e ne hanno subiti zero. Cifre rassicuranti per una squadra senegalese abituata a trascinare come una palla al piede le proprie inefficienze, soprattutto in attacco. Ma come scritto nella nostra edizione di ieri, ripensando ai risultati dell’Amiens, il contenuto della partita servita dalla banda a Sadio Mané, contro i Panthers e i Cheetahs, lascia il sapore di un conto in sospeso. E i puristi non diranno il contrario.

Non è però la qualità a mancare a questa squadra senegalese. Il problema è come consentire ai giocatori di esprimersi liberamente, mettendo in mostra il proprio talento in un sistema più adatto e più produttivo. E questo ruolo spetta all’allenatore della Nazionale.

Ma il problema è che ultimamente Aliou Cissé, che però ha spesso elogiato il suo espediente preferito, il 4-3-3, sta provando altri sistemi di gioco, come la difesa a tre. Non gli daremo torto, perché con l’evoluzione e le esigenze del calcio moderno è necessario adattarsi per non lasciarsi cadere o sorprendere.

Ma dobbiamo ancora darci i mezzi per arrivarci! Ed è proprio qui che sta il problema. In effetti, è come se Cissé avesse difficoltà ad applicare la verità tattica che dice: “Il sistema non fa i giocatori, sono i giocatori che fanno il sistema”.

Non abbiamo nulla contro la difesa a tre o il 3-5-2 che i Lions cominciano ad assimilare al meglio. È soprattutto a livello di animazione che questo sistema pone un problema. Anche se in questo capitolo Krépin Diatta e Ismail Jakobs si sono rivelati dei pistoni interessanti. Ma è vero che i nostri avversari ci guardano. Come la Costa d’Avorio che, lo scorso maggio, ci ha deluso chiudendo i nostri corridoi esterni. E a quanto pare è a questo livello che appaiono i limiti di questo 3-5-2, modulabile in 3-4-3 o 4-3-3, con l’assenza di alternative offensive.

Il ruolo ibrido di Pape Guèye, né Abdou Diallo né Nampalys… ce lo possono fare

Per sfumare i confini con il suo 3-5-2, Aliou Cissé ha giocato da “Guardiola”, giocando alcune partite con una sentinella in ruolo ibrido (Pape Guèye o Abdou Diallo come 3° assiale in fase difensiva). Sicuramente dimenticando che questo ruolo ibrido di Pape Guèye, né Abdou Diallo né Nampalys… possono ricoprirlo.

Conseguenza: non si avverte l’impatto offensivo quando i Lions hanno la palla. Come l’ultima partita contro il Benin dove le transizioni offensive sono state inesistenti, mancando ritmo e intensità.

Pur avendo giocato con 4 difensori (Formose, Niakhaté, Koulibaly, Jakobs), nell’animazione abbiamo visto soprattutto terzini che giocavano molto alti. Il che spiega anche le difficoltà incontrate da Moussa Niakhaté, ritrovato senza appoggio sulla fascia sinistra, con la vivacità dell’esterno destro beninese.

Anche il trio schierato in attacco non è stato una scelta ispirata, con Boulaye Dia, Habib Diallo e Sadio Mané un po’ persi e sparpagliati nel loro posizionamento. L’assenza di Ismaïla Sarr si è fatta sentire molto, di sfuggita.

Per un ritorno al classico 4-3-3!

Ma è soprattutto a centrocampo che la squadra si scontra, con un’associazione Gana Guèye-Nampalys Mendy-Habib Diarra tutt’altro che complementare. Del resto, non sorprende che Cissé ammetta alla stampa che il gioco dei Lions “mancava di verticalità e di profondità”. Il che solleva il problema di questo profilo di trequartista capace di accelerare, rompere le linee e dare buoni palloni agli attaccanti. Un profilo raro che il tecnico fatica a scovare, anche se Lamine Camara prova a fare il riparatore su questo albo.

Oggi, di ritorno dall’Amiens e con scadenze importanti che attendono il calcio senegalese, Aliou Cissé, che sembra ancora perso nei suoi sistemi ibridi, trarrebbe vantaggio da un ritorno ai fondamentali, privilegiando questo classico 4-3-3 che riesce sempre. Un modo per permettere ai giocatori di esprimersi al meglio, in relazione alle loro qualità e al ruolo preferito. L’animazione del gioco sarebbe solo migliore.

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