La situazione di stallo tra il PSG e Kylian Mbappé, che richiede il pagamento di 55,4 milioni di euro tra stipendi e bonus, potrebbe avere un impatto sul club europeo sulla scena europea, come dicono i regolamenti UEFA.
Kylian Mbappé (26 anni) potrebbe fare un brutto scherzo al PSG in Europa. Ma non necessariamente sul campo. L’attaccante del Real Madrid è impegnato in un braccio di ferro con il PSG al quale chiede il pagamento di 55,4 milioni di euro tra stipendi e bonus non pagati dal Parigi, in reazione alla sua partenza per la Spagna l’estate scorsa. I due partiti si stanno spiegando per vie legali e in questa partita Mbappé ha già ottenuto due decisioni favorevoli.
Sanzioni dalla colpa all’esclusione
L’11 settembre 2024, la commissione legale della LFP si è accordata con Mbappé, proprio come la commissione congiunta della Lega il 25 ottobre ha condannato il PSG a pagare. L’11 dicembre, la commissione disciplinare della Lega professionistica di calcio ha concluso che il deferimento era “irricevibile” a causa della citazione da parte del PSG della LFP davanti al tribunale di Parigi. Il club quindi non ha ancora pagato. E questo potrebbe rappresentare per lui un problema sulla scena europea.
I regolamenti UEFA, che organizzano la Champions League e le competizioni europee, impongono ai club di non registrare eventuali ritardi nei pagamenti ai dipendenti nella sezione “licenze e sostenibilità finanziaria”. “A partire dal 15 luglio, 15 ottobre e 15 gennaio della stagione della licenza, il beneficiario della licenza (il club, ndr) non deve avere alcun arretrato di pagamento nei confronti del proprio personale derivante da obblighi contrattuali o legali dovuti al più tardi a giugno 30, 30 settembre e 31 dicembre, rispettivamente”, si legge nell’articolo 82.01 del regolamento UEFA.
“Il beneficiario della licenza deve preparare e presentare, entro i tempi e nella forma comunicati dalla UEFA, una dichiarazione attestante l’intero debito dovuto al personale, nonché l’assenza o l’esistenza di arretrati di pagamento”, specifica l’articolo 82.02. “Ogni beneficiario di licenza deve dichiarare di non avere arretrati di pagamento al 15 luglio e al 15 ottobre. Se un beneficiario di licenza è in arretrato al 15 luglio o al 15 ottobre, se ha debiti dilazionati al 15 ottobre o se l’ICFC (UEFA organo di controllo finanziario del club) ne faccia richiesta, dovrà inoltre dichiarare di non avere arretrati nei pagamenti alla data del 15 ottobre gennaio. Il licenziante deve confermare la completezza e l’accuratezza delle informazioni fornite dal licenziatario.”
Secondo L’Equipe, il PSG si dice calmo e promette di trasmettere le informazioni richieste dalla UEFA il 15 gennaio. Il clan Mbappé ritiene che la confederazione europea abbia tutte le carte in mano per dare una manata al club. Se la UEFA dovesse riscontrare una colpa da parte del PSG, l’organo di controllo finanziario dei club UEFA potrà richiedere un accordo transattivo tra le due parti, costringendo così il Parigi a pagare. In caso di rifiuto, il ventaglio di sanzioni è ampio e va dall’ammonizione al ritiro del titolo comprendendo “multa, detrazione di punti, trattenuta sugli introiti di una competizione UEFA, divieto di tesserare nuovi giocatori per competizioni UEFA o (… ) squalifica dalle competizioni in corso e/o esclusione dalle competizioni future.” Il PSG è ancora lontano da tutto ciò, ma questo diverbio con Mbappé potrebbe sconvolgerlo anche oltre i confini francesi.