Luc Arrondel: “Fino ad ora, questa è una realtà che osserviamo in Francia, dove alla fine solo Calais è scomparsa dal paesaggio”

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Nella rivista Calcio, Luca Arrondeleconomista del calcio e direttore delle ricerche del CNRS, ha confermato che i grandi club, come i Girondins de Bordeaux, non muoiono mai.

“Fino ad ora, questa è una realtà che osserviamo in Francia, dove alla fine solo Calais è scomparsa dal panorama, e anche in Inghilterra, un paese che ho anche studiato. Ma la domanda merita ancora di essere posta alla luce dell’evoluzione del calcio che valuta alcuni club diversi miliardi di euro, con budget che sfiorano il miliardo e sempre più investitori stranieri, fondi americani in particolare. Potrebbe essere un punto di svolta”.

Come riescono questi grandi club a risorgere dalle loro ceneri?

“Le società di calcio non hanno un grande impatto sull’economia. Se si somma il fatturato complessivo di L1 si è ancora molto lontani da quello di un’unica grande azienda francese di scala mondiale. Poiché gli importi in questione non sono molto elevati, è più semplice seguire il principio “troppo piccolo per fallire”. Nel processo di ripresa, la storia sportiva dei club è più importante della loro situazione finanziaria. I club sono veri e propri marchi, con una storia, un track record, dei valori… Tanti elementi che fanno sì che, nonostante le difficoltà finanziarie, ci sia sempre qualcuno che li rileva”.

Foto di Hugo Lerat

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