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professionisti incoraggiati a vaccinarsi

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Il 14,1% è il tasso stimato di vaccinazione contro l’influenza stagionale per gli allevatori per la scorsa stagione. Questa indagine è stata effettuata il 28 marzo 2024 su un campione di 862 allevatori di suini bretoni. Questo tasso è molto inferiore al previsto. Tuttavia, dal 2022, la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata ai professionisti del settore aviario e suino, così come alle persone di età superiore ai 65 anni o agli operatori sanitari. Naturalmente aiuta a proteggere l’allevatore, ma previene anche la ricombinazione tra virus umani e animali.


Influenza stagionale e influenza zoonotica: il punto

Quando parliamo di influenza stagionale, parliamo del virus umano. È noto che è responsabile di sintomi abbastanza classici: febbre, tosse, stanchezza o anche dolori articolari… Nelle sue forme più gravi, in una popolazione fragile, può portare a complicazioni e morte.

C’è anche l’influenza zoonotica, aviaria o suina, che questa volta colpisce gli animali. Può assumere forme lievi o gravi.

Queste due forme, umana e zoonotica, possono talvolta superare la “barriera della specie” ed essere trasmesse dall’uomo agli animali e viceversa. Ad oggi, in Bretagna, nel 2021, solo un caso di virus zoonotico di origine suina è stato trasmesso a un essere umano. Nell’allevamento avicolo sono stati registrati numerosi casi di contaminazione da pollame all’uomo (ceppi aviari che non sono stati trasmessi da uomo a uomo).

Ma il virus dell’influenza muta enormemente…

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