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“Quando sentiamo la parola oncologo, sappiamo che quello che succederà dopo non sarà facile”

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L’ESSENZIALE

  • Nel mese di ottobre viene organizzata una campagna di sensibilizzazione sulla vita quotidiana dei caregiver.
  • Stéphanie, che accompagna il padre malato di cancro alla prostata, insiste sull’importanza del dialogo tra l’assistente e il paziente.
  • Secondo lei, l’importante per un caregiver è spiegare la situazione al paziente evitando la paura legata al cancro.

Nonostante l’esperienza della malattia che le ha regalato il suo lavoro di infermiera, Stéphanie non dimenticherà sicuramente mai il momento in cui ha saputo che suo padre aveva un cancro alla prostata. “Tutto va a pezzi, pensi ‘cosa succederà, morirà presto’, quando si tratta di un genitore hai tutta la tua infanzia che sfoggia…”.

Nel caso di Stéphanie, l’annuncio del cancro di suo padre è infatti quasi diventato un affare di famiglia. “Papà ha 76 anni, mamma 70 anni, di fronte a persone di quell’età non è facile spiegare le cose, ho dovuto passare dal mio vocabolario infermieristico a quello usato da una ragazza davanti ai suoi genitori”.

Spiegare e gestire la paura del cancro

La scelta delle parole: questa è una delle sfide condivise dai caregiver. Dobbiamo spiegare ma dobbiamo anche risparmiare la paura causata dai termini legati al cancro. “Proprio quando veniamo indirizzati a uno specialista, quando sentiamo la parola oncologo, sappiamo che quello che succederà dopo non sarà bello…”.

E tutto diventa ancora più complicato quando si tratta di sostenere un genitore, soprattutto quando sei una femmina e la malattia riguarda gli organi maschili del papà. “Mi sono posto molte domande per sapere come affrontare le cose senza metterlo a disagio, il pene, la prostata, ero molto imbarazzato a parlarne con mio padre ma allo stesso tempo dovevo farlo per poter realizzare il mio ruolo di badante”spiega Stéphanie che alla fine ha deciso: “L’ho preso in quattr’occhi dicendogli ‘Sono tua figlia ma faccio anche l’infermiera’”.

@pourquoidocteur Dall’annuncio del cancro alla prostata di suo padre, Stéphanie è diventata una badante devota. In collaborazione con Novartis, scopri la sua stimolante testimonianza. ??????? #CaregiverDay #ProstateCancer #EverydayHeroes ♬ suono originale – perché dottore

Calma, pazienza e ascolto

Lungi dall’essere un problema, lo scambio ha permesso a tutta la famiglia di comprendere meglio la situazione. E anche oltre: “Ha cambiato i nostri rapporti, oggi sono molto più vicino a lui, è cambiato il suo sguardo nei miei confronti, e anche più vicino a mia madre che ha capito che anche lei poteva contare su di me in ogni circostanza”osserva Stéphanie. Al punto che oggi si permette di dire del cancro alla prostata di cui soffre suo padre: “Certo che è una malattia, ma per noi è stato meraviglioso!”

Certamente, ma prima di questa felice constatazione Stéphanie ha dovuto comunque farsi carico di garantire che il sostegno di suo padre non fosse interrotto dall’affetto che entra in gioco quando si tratta di un genitore. La sua ricetta per raggiungere questo obiettivo può essere riassunta in tre parole. Innanzitutto la calma che bisogna mantenere per non lasciarsi prendere dal panico di fronte alla notizia di un malore. “per i quali esistono soluzioni, cure che funzionano”. Poi pazienza “di fronte a tutte le tappe che dovremo affrontare”. E infine l’ascolto e ancor più di quello del paziente, quello dei medici “al quale non esitate a porre tutte le domande perché è importante che un caregiver capisca bene le cose e le integri bene”.

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