Tre tumori al seno… Diciotto mesi dopo l’operazione e le cure, Alexandra testimonia in occasione di Ottobre Rosa. Sempre altrettanto valoroso ma diverso.
“Ho sempre avuto la testa sul manubrio! Mi sono dedicato completamente al lavoro, alla vita familiare e allo sport”, sorride Alexandra Besse, agente di assicurazioni a Nîmes, quando parla della sua malattia. “Mi stavo preparando per la corsa podistica Marsiglia-Cassis, non avevo sintomi, nessuna stanchezza, mi sentivo in gran forma, avevo le ali!” Brutalmente interrotto il 15 giugno 2023, “quasi il giorno del mio 52esimo compleanno, stai parlando di un regalo.”
Una mammografia di controllo per il disagio al seno, “Pensavo agli ormoni, alla menopausa…”, e la diagnosi, brutale, come un muro che gli cade in testa senza preavviso: “Non uno ma tre tumori alla mammella sinistra, quella al cuore, tra cui un tumore triplo negativo di 14 mm e un carcinoma infiltrante di grado 3. Capisco e allo stesso tempo sono in fase di negazione, non riesco a capire, realizzo…”
“L’ICG diventa la mia seconda casa”
Lei continua, “Prima della mia vita c’era Walt Disney, eccomi qui ad entrare in un tunnel nero…” Uno sguardo – inutile ma incontenibile su Google – quattro notti di insonnia e panico prima delle parole rassicuranti dell’oncologo e della chemio, subito. “Sto ascoltando, una valanga di parole tecniche, è difficilissimo..”
“All’improvviso, l’ICG diventa la mia seconda casa”, scherza col senno di poi, elogiando l’incredibile umanità di tutti i caregiver e gli effetti devastanti della chemio: i capelli che cadono, la parrucca “molto realistico”, la fatica immensa e gli otto chili presi. “Ma ho continuato a correre due volte a settimana, anche 5 chilometri con dolore”.
“Una magnifica ricostruzione”
Dopo la chemio, arriva la fase della mastectomia con ricostruzione immediata, “il risultato è magnifico, dobbiamo dare speranza alle donne”, sorrise nonostante il dolore persistente. Poi le 33 sedute di radioterapia. “Andavo da solo, dobbiamo andare avanti”, disse coraggiosamente.
Il trattamento si conclude con la terapia ormonale: “Un’iniezione al mese che mi uccide!” Vampate di calore, lacrime, dolori articolari, “Mi sento come se avessi le ossa di una signora di 90 anni, sto imparando a convivere con il dolore” ma non rinuncia allo sport anche se lo riconosce: “C’è un prima e un dopo il cancro, io sono in una fase di lutto”.
E lei si gode di più la vita, “Con un grado 3, dieci anni fa, probabilmente sarei morto.” “Mi sono rifocalizzato e ringrazio il Cielo di essere ancora sulla Terra”. Il controllo della settimana scorsa era perfetto. Uff! Ha ancora un Marsiglia-Cassis da completare…
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