Lydie Logé, giovane madre di 29 anni, è stata vista l’ultima volta il 18 dicembre 1993, mentre faceva acquisti natalizi a Saint-Christophe-le-Jajolet, nell’Orne. Da allora il suo corpo non è mai stato ritrovato. Trent’anni dopo, le indagini rilanciate nel 2018 stabilirono un legame tra le tracce di DNA scoperte nel furgone di Michel Fourniret e quello della madre di Lydie Logé.
Secondo TF1 Info, nel dicembre 2020, Michel Fourniret, il famigerato serial killer, è stato incriminato per rapimento e sequestro, seguiti in questo caso dalla morte. Monique Olivier, la sua ex moglie, è accusata di complicità. Questo martedì 21 gennaio, Monique Olivier è stata prelevata dalla sua cella per partecipare a delle perquisizioni vicino all’abitazione di Lydie Logé a Saint-Christophe-le-Jajolet.
Un’indagine difficile per le famiglie
“Stiamo lavorando per determinare il luogo in cui Michel Fourniret avrebbe avvistato Lydie e da quale momento avrebbe potuto seguirla”, specifica Me Richard Delgenes, avvocato di Monique Olivier. “Trent’anni dopo è complicato per tutti, e ancora di più per le famiglie delle vittime. »
Chi è vicino a Lydie Logé spera che questa iniziativa permetta di ritrovare il suo corpo. “Speriamo che Monique Olivier ci restituisca il corpo di nostra sorella, indicando il luogo”, confidano i familiari della vittima.
Posizioni chiave esaminate
Fino a giovedì, Monique Olivier sarà condotta in diversi luoghi selezionati dal giudice istruttore, nella speranza di stimolare la sua memoria. Le ricerche si concentreranno prima su Saint-Christophe-le-Jajolet, poi su Argentan e sulla cava di Tinchebray, situata a 60 chilometri di distanza. Quest’ultimo luogo era stato menzionato da Michel Fourniret prima della sua morte, ma gli scavi precedenti non avevano prodotto nulla.
Gli investigatori restano convinti che Lydie Logé sia una delle 12 vittime identificate del serial killer. Monique Olivier, dal canto suo, ha già ammesso il suo coinvolgimento in questa scomparsa.
Una memoria frammentata secondo gli avvocati
“Ci vuole sempre un po’ di tempo perché Monique Olivier dica le sue cose”, spiega Corinne Herrmann, avvocato della famiglia Logé. “Non ha fornito elementi contraddittori rispetto alle dichiarazioni di Michel Fourniret, ma ci sono zone d’ombra, ricordi che non ha o che non vuole rivelare. »