Donald Trump vuole rinominare il Golfo del Messico in Golfo d’America, suscitando il ridicolo da parte messicana. Ma la toponomastica rivela soprattutto una visione politica della geografia.
Donald Trump, insediatosi lunedì come presidente americano, vuole ribattezzare il Golfo del Messico: Golfo d’America. Questo mare confina con la penisola americana della Florida, le coste dell’Alabama, del Mississippi, della Louisiana, del Texas, del Messico e parte di Cuba. Uno scherzo che ha divertito la presidente messicana, Claudia Sheinbaum. L’8 gennaio, basandosi su mappe storiche, ha proposto ironicamente di rinominare gli Stati Uniti…America messicana. Documento del 1814, che precede la Costituzione messicana, riferendosi quindi ad essa.
Ma Donald Trump sembra serio nel suo approccio, ribadendolo durante il suo discorso di insediamento. Un altro nome verrà cambiato. Quella del Monte Denali, la vetta americana più alta, situata in Alaska. Riacquisterà il nome originale di Mount McKinley, il nome di un presidente assassinato da un anarchico. Barack Obama ha preferito, per decreto, un nome nativo americano. La toponomastica mondiale, tuttavia, tende ad essere unificata sotto l’egida del Gruppo di esperti sui nomi geografici delle Nazioni Unite.
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Perché Donald Trump vuole ribattezzare il Golfo del Messico “Golfo d’America”?
L’Organizzazione Idrografica Internazionale (IHO), alla quale appartengono gli Stati Uniti e il Messico, mira alla standardizzazione delle carte nautiche. Anche qui Donald Trump risponde: «L’America prima». La toponomastica permette di denominare i luoghi e, quindi, di conferire loro un significato e una carica simbolica. In tutto il mondo esistono diverse controversie attorno alla toponomastica di alcuni luoghi.
Le Isole Falkland – Falkland
Nel 1690, il capitano John Strong sbarcò sulle isole. Battezza lo stretto che li separa «Falkland» dal nome del tesoriere della marina britannica, Anthony Cary, visconte Falkland. Le isole non furono chiamate così fino al 1765 quando un altro capitano, John Byron, le rivendicò per il suo sovrano, Giorgio III. L’anno precedente, l’esploratore francese Louis-Antoine de Bougainville aveva dato loro il nome: Isole Falkland, dal porto bretone di Saint-Malo da cui era salpato. Inoltre, vi fondò una prima colonia popolata da pescatori di Saint-Malo.
Infine, a seguito di una crisi diplomatica tra Londra e Madrid nel 1770, Spagna e Gran Bretagna mantennero ciascuna enclavi su queste isole. Finirono però definitivamente sotto il controllo degli inglesi a partire dal 1833 che la popolarono con coloni provenienti soprattutto dalla Scozia. Una sovranità contestata dall’Argentina, che vuole essere l’erede dei diritti spagnoli sulle isole che continua a chiamare Le Malvine. La dittatura argentina cercò addirittura di imporsi con la forza nel 1982, ma Margaret Thatcher ribadì la presenza britannica dopo la guerra. Le Nazioni Unite raccomandano una soluzione intermedia, e in francese: «îles Falkland (Malvinas)».
L’Artsakh – Nagorno Karabakh
La guerra ha deciso così. L’Artsakh (secondo gli armeni) o Nagorno-Karabakh (secondo gli azeri) è stato svuotato dagli armeni, che popolavano la regione fin dall’antichità, conquistato dalle forze azere nel 2023. Il conflitto era in corso dalla fine dell’URSS e materializzato nel nome dato a questa regione. I sovietici la chiamavano Nagorno-Karabakh, nome ripreso da Emmanuel Macron durante un’intervista su TF1 nel settembre 2023. Stalin aveva concesso questa regione alla SSR dell’Azerbaigian nel 1923, con questo nome che significa montuoso (nagorny in russo) e Karabakh, contrazione del nome turco kara – nero e persiano insetto – giardino. Questo cognome appare anche nelle cronache georgiane del XIII secolo.
Ma l’Armenia nomina questa regione Artsakh, secondo la decima provincia del Regno d’Armenia. Un conflitto dopo l’indipendenza ha permesso agli armeni di controllare questa regione a scapito dell’Azerbaigian. Nel 2017 un referendum ha autorizzato il nome “Repubblica dell’Artsakh” al posto della Repubblica del Nagorno-Karabakh. La regione è ora nelle mani dell’Azerbaigian, che ha cambiato il nome delle città, dando loro un suono turco. La propaganda di Baku chiama parti dell’Armenia “Azerbaigian occidentale”facendo temere un nuovo conflitto.
Giudea e Samaria – Cisgiordania
La Giordania conquistò parte della sponda occidentale del fiume Giordano nel 1948, in seguito alla guerra d’indipendenza israeliana. Questa sponda occidentale (West Bank, in inglese) si chiama Cisjordanie in francese. Il prefisso «cis» significato di seguito, in questo caso “sotto il Giordano”. Nel 1950, Amman annesse questo territorio conquistato, ma lo perse durante la Guerra dei Sei Giorni nel 1967 a favore di Israele. Questi territori si trovano negli antichi regni di Giudea e Samaria, nomi usati dall’ONU nella risoluzione n. 181 del 29 novembre 1947, che raccomanda la condivisione del mandato britannico tra ebrei e arabi.
Le loro conquiste fecero rivivere questo nome tra la popolazione israeliana, fino all’utilizzo da parte dell’ufficio statistico di a “distretto di Giudea e Samaria”. Nel 1994, la Giordania ha formalizzato il fiume Giordano come confine con Israele, ma ha riservato il percorso nel suo ex territorio per possibili negoziati con l’Autorità Palestinese. Il termine Giudea e Samaria, sebbene utilizzato dai media israeliani, non sembra aver varcato i confini dello Stato ebraico.
Macedonia – Macedonia del Nord
I greci hanno la memoria lunga. Quando l’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia ha voluto chiamarsi Repubblica di Macedonia, ha visto il rosso. Il ricordo di Alessandro Magno non dovrebbe appartenere che al loro passato, così come parte dell’antico regno di Macedonia che oggi si estende su territori appartenenti allo Stato greco. La Grecia, inoltre, contestava la continuità storica tra gli antichi popoli e gli slavi che oggi popolano questo territorio. Questa opposizione tra i due stati ha impedito la rapida integrazione dell’ex repubblica jugoslava nella NATO e nell’Unione Europea, a causa dell’opposizione della Grecia.
Nel 1992, l’ex repubblica socialista di Macedonia adottò sulla sua bandiera il sole Vergna, simbolo ritrovato sulla presunta tomba di Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro Magno. Atene teme le rivendicazioni nazionaliste sui territori che un tempo appartenevano al regno macedone. “Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia (FYROM)” era il nome riconosciuto da molti paesi, tra cui la Francia, fino allo storico accordo firmato nel 2018 tra i due paesi a Prespa. Il paese ora si chiamerà Macedonia del Nord e la Grecia si è impegnata ad aiutarlo ad entrare nell’Unione Europea. Questo accordo è fortemente contestato dai nazionalisti di entrambi i paesi, ma non è stato messo in discussione.
Golfo Persico – Arabico
Questo golfo confina con Iran, Oman, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Bahrein, Arabia Saudita, Iraq e Kuwait. L’ONU, come l’Organizzazione Idrografica Internazionale, lo riconosce con il nome di “Golfo Persico”, addirittura Golfo dell’Iran. Ma l’Arabia Saudita ha contestato questa designazione fin dagli anni ’70, considerandola un’egemonia persiana e fomentando un’antica ostilità tra arabi e persiani. La recensione Geografico nazionale è stato bandito dall’Iran, dopo aver aggiunto il termine Golfo Arabico tra parentesi e in caratteri piccoli.
Questa denominazione, però, non ha varcato i confini del mondo arabo. Alcune mappe, in particolare in Egitto, mostrano l’uso del termine Golfo Arabico. A volte viene utilizzato un Golfo Arabico, ma raramente.