Martedì 21 gennaio l’Assemblea nazionale ha cancellato quasi all’unanimità una disposizione del disegno di legge di emergenza per la ricostruzione di Mayotte che, con il pretesto di promuovere progetti di sviluppo o di rialloggiamento, avrebbe facilitato gli espropri nell’isola devastata dal ciclone Chido.
Con 166 voti favorevoli e un solo contrario (45 eletti astenuti), i deputati hanno cancellato dal disegno di legge l’articolo che avrebbe autorizzato il governo a ordinare “l’esproprio definitivo dei diritti fondiari a Mayotte, con l’obiettivo di facilitarlo” cantieri.
Per la relatrice, la deputata di Mayotte, Estelle Youssouffa (LIOT), “Sono decenni che lo Stato cerca di mettere le mani sul territorio” nell’arcipelago, e “lo scopo di questo articolo era davvero quello di poter espropriare Mayotte per costruire qualsiasi cosa e realizzare progetti che non hanno nulla a che vedere con il ciclone”.
Affermazione fortemente smentita dal ministro dei Territori d’Oltremare, Manuel Valls, che ha tentato di spiegare, senza successo, che tale disposizione era necessaria a causa delle specificità locali che rendono «quasi impossibile» l’identificazione dei proprietari di alcuni terreni. “Molti Mahorai hanno continuato i trasferimenti informali di proprietà in modo del tutto legale ma non rintracciabile per le autorità pubbliche”ha sostenuto.
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Garantire una maggiore sollecitazione delle imprese locali
Con il suo progetto, il governo non intendeva “espropriare o occupare terreni senza compenso”ma evita“essere bloccato dall’identificazione definitiva dei proprietari, che potrebbe richiedere diversi anni prima che le operazioni possano essere avviate”ha supplicato l’ex primo ministro.
L’esame approfondito di questo disegno di legge d’urgenza per Mayotte, il primo testo del governo Bayrou discusso nell’emiciclo, si è concluso martedì sera, prima del voto solenne previsto per mercoledì pomeriggio. Nonostante le critiche, non ci sono dubbi sulla sua adozione, data l’imperativo di accelerare la ricostruzione dell’arcipelago.
Il testo contiene principalmente disposizioni volte a derogare alle norme urbanistiche e ad agevolare il finanziamento della ricostruzione. Contiene anche misure sociali, come agevolazioni fiscali o riduzioni dei contributi. I deputati hanno così approvato diversi emendamenti volti a garantire che le imprese locali siano maggiormente chiamate a partecipare ai lavori di ricostruzione. Hanno precisato in particolare che un terzo degli appalti pubblici dovrebbe essere riservato alle PMI locali.
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Per incentivare le donazioni dei privati destinate alla ricostruzione dell’arcipelago, è stato inoltre aumentato da 1.000 a 3.000 euro l’importo massimo delle donazioni che può dar luogo ad una riduzione fiscale portata al 75%.
La questione migratoria entra nel dibattito
Tuttavia nessun articolo riguarda la questione migratoria, che dovrà essere affrontata in una legge successiva, come ha ripetuto Valls. L’argomento, tuttavia, è entrato nei dibattiti martedì sera, suscitando vivaci scambi attorno a un emendamento presentato dal deputato ambientalista Dominique Voynet, che conosce Mayotte per avervi diretto l’Agenzia regionale della sanità.
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MMe Voynet ha proposto che i permessi di soggiorno degli stranieri legalmente a Mayotte prima del ciclone Chido fossero “tacitamente rinnovato”a causa di difficoltà logistiche che impediscono alla Prefettura di elaborare le pratiche di rinnovo.
Questa proposta suscitò l’ira di MMe Youssouffa. Questo “grandioso richiamo dell’aria” equivale a dire ai Mahorai: “Sei in ginocchio, non c’è più niente che funzioni, ma dobbiamo continuare ad accogliere”ha affermato. Per ragioni “più tecnico che politico”anche il governo si è detto contrario a questo emendamento, che alla fine è stato respinto con 140 voti favorevoli e 85 contrari.
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