La figlia dell’ex presidente ha inaugurato venerdì 16 gennaio a Troyes una mostra di sessanta fotografie del fotografo ufficiale di suo padre, Eric Lefeuvre. Alla presenza di François Baroin e Christian Jacob.
Un freddo pungente spazza il cortile della mediateca di Troyes nel tardo pomeriggio del 16 gennaio. All’interno, un gruppo di visitatori alza lo sguardo dai giornali che stanno sfogliando, con gli occhi spalancati quando il sindaco François Baroin, suo amico ex ministro e leader di destra Christian passano Jacob e Claude Chirac. , la figlia dell’ex presidente francese…
Venerdì sera, il trio è venuto ad inaugurare la mostra “Jacques Chirac, un presidente oltre i cliché”, realizzata a partire dalle foto dell’ex fotografo ufficiale dei “grandi”, Eric Lefeuvre, anch’egli presente per l’occasione. Rivediamo l’ex capo di Stato immortalato ai quattro angoli del mondo, lui curioso dell’Uomo e delle culture. Ovunque, la sua alta sagoma in bianco e nero, la mano destra spesso alzata, le dita aperte. La sua mossa caratteristica. “Avevano delle mani bellissime”, nota la figlia, (ri)scoprendo le foto. “Conosci tutte queste foto, Claude? » chiede il Barone. ” NO ! » giura l’ex direttore della comunicazione dell’Eliseo, che oggi veglia sulla memoria del padre, morto nel 2019, e sulla salute della madre, ormai molto indebolita.
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Nelle immagini riviviamo momenti chiave, a volte storici, di questi due mandati. Come quella di un’intervista bilaterale “selvaggia”, nel 2003, tra il primo ministro britannico Tony Blair e Chirac, in cui si annunciava il rifiuto della Francia di partecipare alla guerra in Iraq.
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Un uomo che amava gli altri e che sapeva dirlo alla fine della sua esistenza…
François Barone
“Era un presidente protettivo ed esigente, attento, mai chiuso in bolle di certezza, con distanza”, ricorda il sindaco di Troyes, François Baroin. Un uomo che amava gli altri e che sapeva dirlo alla fine della sua esistenza…”
“In queste foto vedi il presidente, vedo prima di tutto un padre, che mi ha educato, mi ha trasmesso dei principi, il gusto del lavoro”, dice Claude Chirac. Ci ha insegnato anche a vestirci. “Proprio nei tuoi stivali”, non parlare dei tuoi sentimenti. Mai. E umorismo, abbiamo riso molto con Jacques Chirac… Era un uomo che amava così tanto la Francia e i francesi, che conosceva la loro vita quotidiana ma anche molto bene il mondo e le sue culture, di cui sapeva comprendere la complessità. Sono felice di aprire quest’anno in coincidenza con il trentesimo anniversario della sua ascesa alla presidenza della Repubblica, qui a Troyes. […] Tutti conoscono il legame che univa la famiglia Baroin, e mio padre…”
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È stato Chirac ad inaugurare questa mediateca dove nel 2006 si è tenuto un consiglio dei ministri delocalizzato
Altro luogo, altra atmosfera, nella magnifica e vicina “Sala Grande”, che conserva 45.000 documenti antichi, dove nel 2006 si è tenuto un consiglio dei ministri trasferito. Quattro anni prima, era stato lo stesso Jacques Chirac a inaugurare la mediateca, che ha dato vita a il suo nome dal 2019.
Claude Chirac scopre in questa stanza immensa dalla prospettiva impressionante, un libro di favole di La Fontaine illustrate da artisti giapponesi. “Gli sarebbe piaciuto!” » ha detto al personale. “Claude ha capito subito che la Storia si trasmette anche attraverso le immagini”, osserva il fotografo Eric Lefeuvre nel suo intervento. “Tra 20 anni, le tue immagini rimarranno”, mi ha detto. Jacques Chirac amava la fotografia, penso addirittura che avrebbe potuto fare il fotografo. Ma le sue foto non gli interessavano…”
“Mio padre non era concentrato su se stesso, né sul passato”, confida Claude Chirac. Non aveva ego, non gli piaceva vedere se stesso, sentire se stesso. E non gli interessava mai quello che la gente avrebbe detto dopo di lui, non passava il tempo a costruire la sua statua. Lo paghiamo caro, a volte! Ma grazie a questa mostra ritroviamo i valori che portava, più di ciò che resta e della sua eredità politica…”