è stata accettata la richiesta di sedazione profonda dell’artista tolosa Karine Brailly

è stata accettata la richiesta di sedazione profonda dell’artista tolosa Karine Brailly
è stata accettata la richiesta di sedazione profonda dell’artista tolosa Karine Brailly
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I suoi medici hanno accolto la sua richiesta di sedazione profonda, effettuata questo martedì 14 gennaio 2025 a fine mattinata. Karine Brailly, una donna di 56 anni di Tolosa affetta dal morbo di Charcot dal 2013, beneficerà del protocollo reso possibile dalla legge sul fine vita del 2016, la legge Claeys-Leonetti. Dopo essere stata ricoverata all’ospedale Purpan di Tolosa (Alta Garonna) il 18 dicembre, a causa della mancanza di operatori sanitari che la trattenessero a casa, questa madre di un ragazzo di 14 anni ha iniziato uno sciopero della fame. il 30 dicembre per sensibilizzare sulla difficoltà di vivere con dignità quando si è affetti da questa malattia neurodegenerativa.

Lunedì il fratello, la sorella e la madre di Karine Brailly sono venuti dal nord della Francia a Tolosa per sostenerla in questo processo. “La sua famiglia viene a sostenerla e trascorre queste ultime ore con lei, ma la sua lotta continua per gli altri pazienti”, assicura Daphné Villalon, assistente di Karine Brailly. “Più rumore faremo intorno alla sua situazione, più sentiremo parlare delle condizioni di vita e della vita quotidiana di questi pazienti in Francia. Non è una decisione facile, ma si dice che la libererà. »

La copertura mediatica della lotta di questo pittore è sostenuta dall’associazione Handi-Social, che sostiene una riflessione politica che tenga conto delle realtà sociali e della vita quotidiana delle persone disabili. “Oggi denunciamo con forza una situazione che illustra i gravi fallimenti del sistema di assistenza ai disabili in Francia”, sottolinea Handi-Social. “Di fronte a questa situazione insopportabile, Karine ha recentemente preso la decisione di richiedere una sedazione profonda, accettata dai suoi medici, che allo stesso tempo hanno rifiutato le sue condizioni di vita dignitose. Questa scelta, carica di significato, è un atto di resistenza contro un sistema che gli nega il diritto di vivere con dignità. Come associazione impegnata nell’autodeterminazione, rispettiamo pienamente la decisione di Karine, denunciando allo stesso tempo un sistema che la spinge a considerare la morte come l’unica via d’uscita. »

L’associazione intende manifestare questo martedì alle 14 davanti al reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Purpan.

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