Tre domande sulla verifica dell’età online sui siti porno

Tre domande sulla verifica dell’età online sui siti porno
Tre domande sulla verifica dell’età online sui siti porno
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Si tratta di una data storica per la tutela online dei minori“. Così Clara Chappaz, Ministro delegato all’Intelligenza artificiale e al digitale, sintetizza l’entrata in vigore, dall’11 gennaio 2025, del potere dell’Autorità di regolazione per le comunicazioni audiovisive e digitali (Arcom) di mettere in guardia i siti pornografici che non dispongono ancora di una soluzione per la verifica dell’età.


1 – Da quale legge nasce l’obbligo per gli editori di siti per adulti di verificare l’età dei propri utenti?

Dobbiamo tornare indietro di oltre trent’anni: dal 1 marzo 1994, in applicazione delle disposizioni dell’articolo 227-24 del codice penale, introdotte dal Legge n. 92-684 del 22 luglio 1992è vietato esporre i minori a contenuti pornografici. È la legge del 21 giugno 2004nota come “Legge sulla fiducia nell’economia digitale” (LCEN), che imponeva ai fornitori di contenuti di adottare le misure necessarie per impedire ai minori di accedere a contenuti illegali o inappropriati, compresi quelli pornografici. D’altro canto, il legislatore non aveva previsto misure tecniche specifiche da adottare.

Abbiamo dovuto aspettare la legge del 30 luglio 2020 volto a tutelare le vittime di violenza domestica affinché il legislatore precisi che l’accesso ad un sito per adulti da parte di un minore costituisce reato se la verifica dell’età non è sufficiente. Si prevede quindi un’apposita procedura che coinvolge Arcom con l’obiettivo di garantire la piena efficacia di tali disposizioni. Affida quindi al presidente dell’autorità di regolamentazione il potere di diffidare l’editore del sito interessato a conformarsi al codice penale. Se tale diffida non viene rispettata, egli potrà chiedere al giudice giudiziario di ordinare ai fornitori di servizi internet (ISP) di impedire l’accesso a questo sito.

Arcom si è occupata anche di redigere un provvedimento determinante”requisiti tecnici minimi per i sistemi di verifica dell’età“. È stato il 9 ottobre 2024 che l’Autorità ha adottato il suddetto testo. Il 26 settembre la Commissione nazionale per l’informatica e le libertà (Cnil) si è pronunciata sul quadro.

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