qualche speranza in caso di PCOS?

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La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) non influisce solo sulla salute ginecologica delle donne, ma ha anche un impatto sul sistema cardiovascolare, metabolico e ormonale. Le opzioni terapeutiche attualmente disponibili sono limitate e focalizzate principalmente sul sollievo dei sintomi. È necessario ampliare l’arsenale terapeutico offerto alle donne affinché tutte possano trovare il sostegno adatto a loro. Una nuova strada si apre grazie alle artemisinine. Decifrazione.

Le artemisinine sono molecole provenienti da diverse piante del genere Artemisiae in particolare artemisia annualedetta anche artemisia cinese (Artemisia annua). Conosciamo queste molecole soprattutto per i loro benefici in caso di malaria o Covid-19. Ma hanno, sorprendentemente, il potenziale per migliorare altre condizioni che influenzano il metabolismo e il funzionamento ormonale, come la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS).

La PCOS è una sindrome che colpisce le donne, caratterizzata dalla presenza di 2 dei 3 seguenti sintomi:

  • iperandrogenismo clinico (irsutismo, alopecia, acne) e/o biologici (eccesso di testosterone e/o diidrotestosterone nel sangue)
  • un’anomalia del ciclo mestruale : assenza di cicli mestruali o cicli lunghi (meno di 8 cicli/anno) che possono portare alla sterilità
  • la presenza di ovaie policistiche in caso di ecografia e/o aumento del volume ovarico (> 10 ml) o dosaggio di AMH (ormone antimulleriano) > 5 ng/ml o 35 pmol/L

Questo è dove a studio pubblicato nel giugno 2024 in Scienza (1). Gli autori hanno studiato l’impatto dell’ingestione di artemether, un analogo sintetico dell’artemisinina, in un modello animale di PCOS (roditori). L’intervento ha permesso di ridurre l’iperandrogenismo e in particolare la sintesi del testosterone.

Il team ha persino determinato alcuni elementi del suo meccanismo d’azione molecolare. È interessante notare che la stessa squadra aveva già dimostrato in passato le capacità di artemisinine per aumentare la sensibilità all’insulinadove il 70% delle donne con PCOS è affetta da disturbi metabolici e in particolare da insulino-resistenza.

Il potenziale di queste molecole è stato recentemente confermato grazie a a studio pilota condotto su donne con PCOS. Il trattamento con diidroartemisinina ha permesso, infatti, di farlo ridurre l’iperandrogenismo e i livelli di AMH, migliorare la morfologia delle ovaie e normalizzare i cicli mestruali di queste pazienti.

Si prevedono ora ulteriori studi per esplorare ulteriormente l’effetto di queste molecole e determinare come utilizzarle in protocolli efficaci e sicuri.


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