Cofattori che aumentano la gravità dell’anafilassi

Cofattori che aumentano la gravità dell’anafilassi
Cofattori che aumentano la gravità dell’anafilassi
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Ogni allergologo ricorda un paziente che è sensibilizzato a un alimento, di solito lo tollera e che, ad un certo punto, presenterà una reazione anafilattica ad esso. La prima descrizione di questa tipologia risale al 1979. Si tratta di un paziente sensibilizzato ai crostacei, solitamente tollerante, ma che, durante esercizio fisico, presentava una reazione anafilattica.

La presenza di cofattori spiega questo fenomeno. Questi cofattori agiscono secondo due meccanismi: modificano la soglia di sensibilizzazione e inducono sintomi per una dose di allergene solitamente tollerata, oppure non modificano la soglia reattogenica, ma aumentano la reazione in termini di gravità.

Si possono identificare due tipi di modulatori dell’anafilassi. Alcuni fattori intrinseci dipendono dal paziente: predisposizione genetica, comorbidità come asma incontrollata o malattie dei mastociti, o anche determinanti biologici come lo stato ormonale o l’età. Gli altri, fattori estrinseci, sono generalmente l’attività fisica, il consumo di alcol, i farmaci (betabloccanti, ACE inibitori) e lo stress psicologico.

Più comune negli adulti che nei bambini

I cofattori sono più spesso presenti negli adulti che nei bambini. L’analisi dei dati della Rete Allergo-Vigilance (2016-2020), che copre 792 segnalazioni di anafilassi, mostra che i cofattori erano presenti nel 18% dei bambini e nel 60% degli adulti. Per i bambini, i cofattori più frequenti erano l’esercizio fisico, l’esposizione a temperature estreme, lo stress e l’affaticamento. Per gli adulti si trattava di esercizio fisico, farmaci, alcol. Nello stesso paziente possono essere contati più cofattori.

La presenza di questi cofattori aumenta la gravità della reazione allergica, come dimostrato in uno studio sulla deprivazione del sonno, che ha aumentato il punteggio di gravità della reazione anafilattica alle arachidi del 48% (Dua S. et al. 2019).

Per quanto riguarda i meccanismi d’azione, sono stati particolarmente studiati 3 cofattori: consumo di alcol, esercizio fisico e assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei. Il meccanismo comune a questi 3 cofattori sembra essere l’aumento dell’assorbimento intestinale dell’allergene, mediante l’aumento della permeabilità intestinale.

Più specificatamente per il consumo di alcol sembra essere coinvolta l’inibizione della ricaptazione dell’adenosina, che potrebbe aumentare l’attivazione dei linfociti, stimolando la produzione di IgE. Per quanto riguarda l’impatto dell’esercizio fisico, si suggeriscono l’aumento dell’attività della trans-glutaminasi tissutale, la ridistribuzione vascolare e la disidratazione.

Infine, a livello metabolico, gli studi attuali tendono a dimostrare che l’adenosina e il metabolismo degli eicosanoidi potrebbero essere coinvolti nell’attivazione dei mastociti e dei basofili durante le reazioni anafilattiche.

Per Virginie Doyen, l’identificazione dei cofattori consente l’educazione terapeutica, per evitare situazioni che li coinvolgono, pur riconoscendo che evitarli può essere difficile. Sottolinea inoltre la necessità di una migliore conoscenza dei meccanismi coinvolti.

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