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Nelle Cévennes, gli studenti universitari rispondono all’appello alla disconnessione

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Accompagnato da tre asini, il gruppo formato da alunni delle classi 5° e 4° ha percorso a piedi 10 chilometri al giorno (qui, 6 giugno 2024). ELSA BEAUMONT PER M LE MAGAZINE DU MONDE

Tiene, appoggiato sull’avambraccio, un serpente morto. “La sua testa è a forma di mandorla, la coda è molto sottile e appuntita all’estremità, è una biscia”, dichiara, con tono esperto, Nolan (che non ha voluto dire il suo nome). Il quattordicenne intende riportare il suo trofeo al traguardo, un po’ più in basso, nel villaggio di Aumessas (Gard) e impressionare i suoi genitori. Con scarpe da ginnastica ai piedi e berretto avvitato in testa, ha partecipato a un soggiorno disconnessione organizzato all’inizio di giugno dallo stabilimento Gaston-Doumergue, il suo college, situato a Sommières (Gard). Obiettivo della missione: camminare quattro giorni nelle Cévennes per reimparare a vivere senza un dispositivo connesso in tasca.

Nelle ultime ore di questa pausa digitale, il ritmo dei dieci camminatori (due abbandonati lungo il percorso per problemi di salute), scolarizzati in 5e o nel 4e, non si è indebolito nonostante i 10 chilometri percorsi in media al giorno. Sotto il sole del sud, i loro passi seguono il ritmo di Pacotille, Maestro e Aïssou, i tre asini che li accompagnano in questa divertente avventura e che li guidano attraverso il territorio delle Cévennes.

Ispirata da Stevenson, che andò a spasso con l’aiuto di un cavallo nelle Cévennes per dimenticare un crepacuore, questa iniziativa, chiamata Ados d’âne, mira a tenere lontani i giovani “dal cellulare”, spiega l’organizzatore, Wadi Benjou. Questo insegnante di tecnologia e referente digitale al college ha immaginato questa escursione nella speranza di sensibilizzare l’opinione pubblica. “Per loro è un’immersione nella natura. Hanno fatto tutto: gestire gli animali, montare le tende, preparare i pasti. Il loro social network erano gli asini! Questa riconnessione alla realtà potrebbe aiutarli a organizzarsi meglio e a concedersi del tempo senza schermi. Ci lavoreremo al nostro ritorno. »

“Tempi di contemplazione”

Il 16 gennaio il capo dello Stato ha dichiarato di volere “determinare il corretto utilizzo degli schermi per i nostri figli, a casa e in classe”, e poi ha incaricato un comitato di esperti di occuparsi dell’argomento. Ma come farlo ? Nulla è stato ancora annunciato concretamente, ma il collegio Gaston-Doumergue, molto impegnato nell’educazione ai media soprattutto attraverso la sua web radio, ha deciso di non aspettare. “Abbiamo individuato i giovani con un profilo iperconnesso e chiesto ai genitori di scoprire se c’erano problemi in casa, se l’atteggiamento del loro figlio era cambiato. Da lì abbiamo immaginato questo corso con studenti volontari”, continua il professore. Una prima volta nell’accademia di Montpellier. “Non siamo anti-schermi, specifica. Ma, quando ha effetti sulla capacità di concentrazione e di apprendimento degli studenti e sui loro rapporti con gli altri, diventa un problema che riguarda tutti noi. »

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